Page 422 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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              come tale è stato oggetto di giudizi contrastanti se non proprio di polemi-
              che. Al suo nome sono legati lo stabilimento di relazioni ufficiali con l'URSS
              che si  suole  collegare  con  il  ritorno di Togli atti  in Italia e la  "svolta"  di
              Salerno,  la  ripresa  dei  rapporti  con  la  Francia,  il  tentativo  di  revisione
              dell'armistizio, o più esattamente della resa incondizionata del 29 settem-
              bre, e ancora il progetto di trattato provvisorio sostitutivo dell'armistizio
              e tutto quant'altro si  tentò per dare all'Italia una condizione migliore di
              quella  di  paese  sconfitto.  Furono tutte  iniziative  sue  e,  dato  il  loro  non
              felice  esito, da criticare, oppure esse erano semplici mosse tattiche da lui
              compiute per realizzare una politica disegnata da altri, ossia da chi ne aveva
              la competenza istituzionale? La risposta all'interrogativo che molti danno,
              a cominciare da Mario Toscano, è che Prunas fu  solo  un esecutore della
              politica tracciata dal Re e da Badoglio con la decisione, presa nella prima
              metà d'agosto del  1943, di  non chiedere un armistizio bensì di trasferire
              l'Italia  nel  campo delle  Nazioni  Unite,  una  politica  che  continuarono  a
              perseguire anche dopo la  sottoscrizione della  resa  incondizionata del  29
                                                                               4
              settembre, che, come ho  dimostrato in uno dei  precedenti convegni, < > la
              rendeva  ormai  tecnicamente  irrealizzabile.
                   Le  iniziative tattiche prese da  Prunas per raggiungere quello  scopo
              possono essere suscettibili di qualche critica, che non mi sentirei peraltro
              di  condividere in  pieno; l'unico reale  appunto che gli  si  può muovere è
              quello  di  non  aver  compreso - e fatto  intendere a  Badoglio - che  ci  si
              muoveva  su  una via  impraticabile.  Ma  anche  questa  critica  ho  qualche
              esitazione ad avanzarla  perché,  pur nella  eccezionalità delle  circostanze,
              Prunas era e rimase un diplomatico che non contemplava l'ipotesi di su-
              perare i suoi limiti di funzionario e quindi anche se avesse percepito l' er-
              rore della linea politica da seguire, e ne avesse informato i superiori politici,
              di fronte alloro rifiuto di mutare politica si sarebbe rassegnato a eseguire
              quella  che gli  era  stata  prescritta.  Non ci  sono  prove di  alcun genere  -
              la famiglia gelosa custode delle  sue carte personali - per chiarire questo
              punto, ma almeno l'ipotesi che abbia agito per fedeltà e obbedienza anda-
              va  formulata  per  non  dare  di  lui  un giudizio  severamente  critico  come
              fa  Enrico Serra,  o affettuosamente  positivo  come fa  Roberto Gaja.  Non
              mi pare, in conclusione, che si possa costruire un mito Prunas per questo
              dopoguerra, quale esemplare progenitore della diplomazia della nuova Italia,



              (4)  L'Italia  in  guerra:  Il quarto  anno  ·  1943,  relazione  sulla  "cobelligeranza".








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