Page 418 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               e indotto dal suo particolare angolo  visuale,  si  spinge fino  ad affermare
               che essa fu anche "pensata", ma come dirò appresso, ciò non corrisponde
               interamente al  vero.
                   Vediamo dunque come la diplomazia venne ricostruita e come essa
               s'identificò  con la  politica  estera  italiana.

                   Quando il governo si trasferì da Roma, il9 settembre 1943, e appro-
               dò a Brindisi il giorno dopo, il  Ministero rimase interamente nella  capi-
               tale e il suo titolare, Raffaele Guariglia, per sottrarsi ai tedeschi, trovò ri-
               fugio presso l'Ambasciata di Spagna. In breve tempo la maggior parte dei
               funzionari si eclissò, alcuni pochi si trasferirono al Nord rispondendo al-
               l'appello della neo-nata Repubblica Sociale Italiana. Tra coloro che abban-
               donarono Palazzo Chigi, quelli che furono in grado di farlo  cercarono di
               raggiungere Brindisi.  Il  tentativo  riuscì  inizialmente a  pochi che,  capeg-
              giati,  per grado,  da Antonio Venturini, arrivarono a  Brindisi tra la  fine
               di settembre e la prima decina d'ottobre. Il  18 erano in sette e il governo
               annunziava con  nota verbale alla  Missione militare alleata  che da quella
               data prendeva nuovamente a funzionare il ministero degli Esteri.  Ma già
               da  qualche giorno  i  diplomatici giunti  a  Brindisi  avevano  rilevato  nelle
               sue funzioni un ufficiale di marina, il capitano di corvetta Gustavo Lova-
               telli,  che il ministro De Courten aveva messo a disposizione di Badoglio
               come interprete e segretario  per i suoi  contatti  con la  Missione  militare
               alleata. E'  presumibile che il Lovatelli abbia svolto assai bene i suoi com-
               piti anche se  le  tracce che ne ha lasciato, ventisei  relazioni  indirizzate al
               suo  ministro,(2)  sono  redatte in  modo  tale  da  non  poter essere  utilizzate
               per conoscere l'attività di Badoglio o i suoi incontri con la Missione mili-
               tare  se  non  in  senso  puramente  formale.
                   La  ricostruzione effettiva di una struttura, sia pure minima, che po-
               tesse  essere  chiamata ministero degli  Esteri,  si  ebbe poco  dopo,  il  2  no-
               vembre,  quando,  giunto  da  Lisbona  dov'era  accreditato  come  ministro
               plenipotenziario, Renato Prunas fu  nominato segretario generale del Mi-
               nistero e se  ne dette formale  notizia alle autorità alleate e alle rappresen-
               tanze all'estero. Agli Alleati la cosa era peraltro nota avendo essi provveduto,
               su  richiesta  italiana,  a  trasferire  Prunas  da  Lisbona  a  Brindisi.
                   La  chiamata di  Prunas fu  il frutto  di una scelta e non della fortuita
               circostanza d'essere l'unico diplomatico di grado elevato che potesse ma-


               (2)  Sono conservate nel fondo  De Courten nell'Archivio dell'Ufficio storico dello  Stato
                  Maggiore  della  Marina.








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