Page 413 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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I  PROBLEMI  DELLA  GIUSTIZIA                                     405

                    Per collaborazionismo con il  tedesco  invasore e l'uccisione del  pri-
               gioniero inglese il Cosmin era già stato condannato dalla  Corte d'Assise
               di Verona a  sedici anni di reclusione che si  ridussero a  una breve pena
               dopo  l'amnistia  e  il  condono del  29 giugno  1946.
                    Da questi criteri di rigorosa legalità si sarebbe distaccata secondo le
               opinioni prevalenti in Italia la giustizia militare inglese nel processo a ca-
               rico del generale di divisione Nicola Bellomo, imputato di crimini di guerra
               per avere il 30 novembre 1941  a Torre Tresca (Bari) in violazione degli
               usi  e costumi di guerra, ordinato di aprire il fuoco  contro  i prigionieri,
               militari britannici, capitano G. Payne e luogotenente G.G. Cooke, morto
               il primo e gravemente ferito il secondo. I due ufficiali erano evasi dal campo
               di concentramento di Torre Tresca. Catturati e poi ricondotti con le mani
               legate nella zona del ca m p o dove era avvenuta l'evasione perché indicas-
               sero il varco aperto nella insufficiente recinzione, approfittando della so-
               pravvenuta oscurità, i due prigionieri di guerra avevano tentato nuovamente
               di fuggire attraverso il varco ancora aperto.  Il generale Bellomo, coman-
               dante del presidio di Bari, appena avuta notizia dell'evasione, era accorso
               sul posto dopo essersi armato di pistola e ancora indossando l'abito bor-
               ghese.  Visto il nuovo tentativo dei  prigionieri avrebbe ordinato il  fuoco
               e sparato egli stesso. Ucciso fu il capitano Payne e ferito il tenente Cooke.
                    Il sanguinoso fatto aveva già formato oggetto di una inchiesta dei ge-
               nerali italiani Adami Rossi e De Biase che considerarono legittima l'aper-
               tura del  fuoco  contro due prigionieri di guerra durante un tentativo  di
               fuga.  E il caso era stato archiviato. La conclusione era stata condivisa an-
               che dalla delegazione svizzera che curava gli interessi inglesi in Italia du-
               rante la  guerra.
                    Il generale Bellomo era un ufficiale dal brillante passato.  Nella pri-
               ma guerra mondiale era stato decorato di medaglia d'argento al valore mi-
               litare. 1'8 settembre 1943, come comandante della piazza di Bari, era stato
               uno dei pochi generali che aveva applicato l'O P 44 e si era attenuto all'or-
               dine di reagire contro gli attacchi militari provenienti "da qualsiasi par-
               te" impartito da Badoglio, nell'annunciare l'armistizio. Con grande capacità
               organizzativa aveva riunito tutti i reparti militari, dislocandoli nelle zone
               più esposte della  città e  del  porto,  dirigendone con coraggio  e  capacità
               tattica l'azione di difesa. I tedeschi che avevano investito la città e il porto
               furono respinti. E i reparti inglesi erano entrati in Bari senza perdite. Nel
               corso dei combattimenti il geo. Bellomo era stato seriamente ferito. Il Co-
               mando inglese si era felicitato con lui, sollecitando la  sua ulteriore colla-
               borazione.









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