Page 410 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                    Nessun generale dell'esercito della repubblica mussoliniana fu condan-
               nato a morte per tradimento o altri reati di  collaborazionismo.  Graziani
               venne condannato nel  1948 dal Tribunale militare di  Roma a vent'anni
               di reclusione e alla perdita del grado, usufruendo dell'attenuante delle par-
               ticolari benemerenze militari, guadagnatesi nella sua lunga carriera. E con
               grande indulgenza furono trattati i vari comandanti delle divisioni dell'e-
               sercito della repubblica sociale.  Mite anche fu  la pena inflitta dalla Corte
               d'Assise straordinaria di Roma a ValerioJunio Borghese, comandante della
               feroce X Mas, formazione militare autonoma, gran fucilatore di partigia-
               ni, ma medaglia d'oro per il valore dimostrato nelle azioni delle sue silu-
               ranti contro la  flotta  inglese, prima dell'8 settembre. E tutti furono posti
               in libertà dopo breve detenzione in forza dei menzionati decreti di amni-
               stia  e  indulto.
                    La gran massa dei condannati dalle Assise straordinarie e dei fucilati
               (questi ultimi fortunatamente pochi) fu  costituita da qualche ufficiale su-
               balterno, da modesti poliziotti, da sottufficiali dei reparti militari e briga-
               tisti, usati contro gli uomini della resistenza e i partigiani, nei rastrellamenti
               e nelle rappresaglie, spesso esecutori crudeli ma pur sempre esecutori, rozzi
               e ignoranti, degli ordini efferati su larga scala impartiti da uomini di go-
               verno  e  alti  comandanti.


               6.  Misure di polizia antifasciste
                    Ispirati a grande mitezza furono anche le decisioni delle Commissio-
               ni presiedute da un magistrato e composte da due giudici popolari com-
               petenti  a  decidere sulle  misure di  polizia  applicabili  ai  fascisti  faziosi  e
               macchiati di gravi scorrettezze che tuttavia non costituivano reato. Erano
               queste  misure  di  polizia  previste  dal  decreto  Bonomi  1944/149.
                    Poche furono  le  assegnazioni al  domicilio obbligato.  Ricordiamo le
               più famose che colpirono Edda Ciano Mussolini, figlia  del duce e moglie
               di Galeazzo Ciano che dal duce era stato fatto fucilare, e Rachele Mussoli-
               ni,  moglie  del  duce  e  madre  di  Edda.

                    Nell'agosto 1945, Edda Ciano, che con i figli, dopo la violenta rottu-
               ra  con  il  padre si  era  fortunosamente  rifugiata  in  Svizzera,  su  richiesta
               del governo italiano venne invitata da quello elvetico a lasciare il territo-
               rio della Confederazione. Giunta in Italia, fu  imbarcata su un aereo ame-
               ricano  che la  trasportò al  domicilio  obbligato  di  Lipari,  assegnatole  per
               la  durata di  due anni dalla apposita commissione presso il Tribunale di
               Palermo.








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