Page 415 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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I PROBLEMI DELLA GIUSTIZIA 407
imputazioni mosse al generale Bellomo, i testimoni deposero a favore del
nuovo imputato. La Corte militare britannica ritenne non raggiunta la prova
che il capitano Sommavilla avesse sparato contro i prigionieri e, conside-
rato che se anche lo avesse fatto, avrebbe obbedito all'ordine di un suo
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superiore, pronunciarono sentenza di assoluzione. 0 >
Il governo italiano, presieduto in quei giorni da Ferruccio Parri, uf-
ficialmente ignorò la condanna e la fucilazione del generale Bellomo. In
momenti successivi lo considerò caduto in guerra e, alla sua memoria conferì
la medaglia d'argento al valore militare per il suo cqmportamento nella
difesa di Bari.
8. Gli atti dei due governi
Nel 1976 i resti del povero generale vennero trasferiti dalla fossa di
Nisida con gli onori militari al Sacrario dei Caduti d'oltre mare in Bari.
Riprendendo da ultimo i temi specifici della giustizia italiana consta-
tiamo che tutte le giurisdizioni (ordinaria, amministrativa, contabile) do-
vettero affrontare le questioni create dalla coesistenza di due governi
(legittimo l'uno, illegittimo l'altro) per la durata di circa venti mesi.
I molteplici problemi furono risolti attenendosi, nei limiti del giuri-
dicamente possibile, ai principi della conservazione degli atti e del funzio-
nario di fatto.
In altre parole mantennero validità quegli atti compiuti in osservan-
za delle norme esistenti al momento della frattura dell'unità dello Stato
e non abrogati successivamente dal governo legittimo.
I singoli provvedimenti, emanati nel territorio della repubblica so-
ciale nel quadro del comune patrimonio giuridico delle due amministra-
zioni statali furono equiparati a quelli legittimi quandÒ non concretavano
fatti di collaborazione con l'invasore tedesco e non violavano le leggi del
Regno d'Italia.
Il funzionario di fatto, e cioè il funzionario privo di nomina regolare
(capi di province, questori comandanti militari ecc.) era equiparato a quello
legittimo sul piano delle normali attribuzioni e correlativamente sull'altro
delle responsabilità penali, civili, amministrative, contabili derivanti dal-
l' esercizio delle funzioni nell'ambito delle leggi e altre norme vigenti nello
Stato legittimo.
(16) Fiorella Bianco: "Il caso Bellomo· Un generale condannato a morre" Mursia Ed.,
1995.
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