Page 411 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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l  PROBLEMI  DELLA  GIUSTIZIA                                     403

                   Liberata alla scadenza della misura di polizia, applicatale in conside-
              razione dei suoi trascorsi politici, aveva  raggiunto Forio d'Ischia per ri-
              conciliarsi  con  la  madre  anche  lei  assegnata  al  domicilio  obbligato  in
              quell'isola,  dopo  essere  stata  rinchiusa  per alcuni  mesi  in  un campo di
              concentramento a  Persano,  in  provincia  di Salerno.

                   Madre e figlia, separate dalla tragedia familiare e dai rancori che ne
              erano  seguiti,  si  riabbracciarono  in  uno  slancio  di  affetti  e  di  dolorosi
              ricordi.
                   Edda  Mussolini,  ancora  una  volta,  ritrovò le  non spente energie  e
              affrontò la procedura concernente gli indebiti arricchimenti di regime che
              aveva portato al sequestro dei beni della famiglia Ciano. Tale procedura
              era ancora in corso nel  1945 e fu  felicemente conclusa con un patteggia-
              mento intervenuto anni dopo. Ha recentemente scritto Fabrizio Ciano in
              un suo libro: "L'accordo finanziario con lo Stato italiano ... fu un avveni-
              mento fondamentale che ci consentì di tornare ad un tenore di vita al qua-
              le  eravamo abituati ... ".ml

                   Analoghi  furono  i  risultati  di  queste procedure con garanzie giuri-
              sdizionali  iniziate a  carico  di  altri  profittatori del  regime.  E difatti  non
              risulta che qualche gerarca fascista sia morto in condizioni di povertà. Non
              è storia  nuova  nelle  vicende  dello  Stato  italiano.

               7.  Giustizia militare  alleata:  il  caso Bellomo

                   Le armate alleate, progredendo nell'occupazione dell'Italia del Nord,
              organizzavano simultaneamente le amministrazioni militari delle provin-
              ce. Ufficiali esperti in materia legale (nella vita privata giudici o avvocati)
              vigilavano  discretamente sul funzionamento  della giustizia penale italia-
               na. In particolare si preoccuparono di evitare che le Corti d'Assise straor-
              dinarie si trasformassero in organi di giustizia sommaria e si lasciassero
              trascinare  nelle loro  decisioni  da  spirito  di vendetta  o  dalle  suggestioni
              della folla tumultuante. Per garantire una giustizia ponderata soppressero
              subito  i Tribunali  di guerra  partigiani e  ordinarono la  sospensione  dei
               processi  già  iniziati,  trasferendoli  alle  Autorità giudiziarie.

                   La polizia militare gradualmente impose il disarmo delle formazioni
               partigiane e  s'impegnò  nella  scoperta  delle  armi  occultate.



              (15)  Fabrizio Ciano:  " Quando  il  nonno  fece  fucilare  papà"  Mondadori  Ed.,  1991.








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