Page 416 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               9.  La criminalità comune
                   Particolarmente gravi furono i problemi della giustizia penale. Ai pro-
               cessi in corso per i reati di collaborazionismo, si  aggiunsero gli altri pro-
               vocati  dalla  criminalità comune.  Già  ne  accennammo  e  qui  ricordiamo
               che la cessazione delle ostilità aveva creato anche nelle regioni settentrio-
               nali  una  paurosa  esplosione  della  criminalità.
                   Gli sbandati dell'uno e dell'altro campo, avvalendosi delle esperien-
               ze fatte con l'uso delle armi, cercarono di risolvere i loro problemi di rein-
               serimento  nella  vita  ordinaria con  i profitti di  rapine,  estorsioni e furti.
               Aumentarono anche i traffici del mercato nero in materia annonaria. Con
               il ritorno a un più efficiente funzionamento degli uffici giudiziari vennero
               presentate anche le  denuncie a carico di ex  partigiani per delitti comuni
               commessi durante la guerriglia o  nei giorni  successivi  in particolare per
               estorsioni  consumate con  il  pretesto di autorisarcimento di  danni subiti
               da  parte  di  capoccioni  fascisti.

                   Ma  soprattutto  il  dilagare  dei  delitti  contro  l' incolumità personale
               e il patrimonio preoccupò a tale segno il governo pluripartitico presiedu-
               to da Bonomi, da spingerlo ad emanare il D.L.L.  10 maggio  1945 n. 234
               che ripristinava provvisoriamente la pena di morte per i delitti di rapina
               commessi con armi da più persone armate e in circostanze da ostacolare
               la pubblica o privata difesa.  I giudizi relativi a tali crimini vennero asse-
              gnati  nei  casi  di arresto in  flagranza,  a un Tribunale militare,  apposita-
               mente istituito,  presieduto da un generale  e composto da  un magistrato
               ordinario e da un giudice popolare.  Per  i giudizi fuori  flagranza  rimase
               la  competenza  della  Corte  d'Assise.


               10.  Nuovi problemi

                   Da questi  giudici  furono  pronunciate le  ultime  condanne a  morte,
               poi  eseguite  per  delitti  comuni.
                   Anche nel campo dell'organizzazione giudiziaria vennero proposti nuo-
               vi e vecchi problemi. Questi ultimi erano stati messi a tacere nel venten-
               nio  della  dittatura.
                   I magistrati ricostituirono la loro associazione soppressa dal fascismo
               e tracciarono programmi attuali ancora oggi:  piena indipendenza dal po-
               tere politico, inamovibilità, guarentigie per il pubblico ministero, svilup-
               pi di carriera, conferimento degli uffici direttivi, professionalità, selezione
               e via  dicendo.









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