Page 417 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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LA RICOSTRUZIONE DELLA DIPLOMAZIA
PIETRO P ASTORELLI
Per diplomazia si dovrebbe propriamente intendere lo strumento tec-
nico attraverso il quale al centro (ministero degli Esteri) e in periferia (rap-
presentanze all'estero) il governo realizza la propria politica estera. Uno
strumento tuttavia che non ha funzioni meramente esecutive ma ne ha an-
che di propositive nel senso di elaborare, sul piano tecnico, la gamma del-
le soluzioni possibili ai problemi che il paese si trova ad affrontare e sulle
quali il governo opera le sue scelte politiche; oppure, in senso inverso, di
offrire un giudizio tecnico di fattibilità agli orientamenti che il governo
va maturando, salvo naturalmente il dovere, nel caso che tale avviso sia
trascurato, di eseguire la direttiva politica decisa dall'esecutivo. È questa
certamente per l'esecutore una circostanza difficile, che apre delicati casi
di coscienza. Ce ne sono stati non pochi nella storia della diplomazia ita-
liana che si sono risolti o con una sofferta obbedienza o con le dimissioni.
Ma per diplomazia si è finito anche per intendere, in senso traslato
dallo strumento all'oggetto, la politica estera di un paese, ed è anzi questo
il significato che più correntemente si viene a dare alla diplomazia, più
che quello tecnico su ricordato. Ciò è particolarmente vero per il tempo
cui si riferisce questo convegno. Come ha fatto notare uno dei protagoni-
sti d'allora, Roberto Gaja, "all'armistizio fino al 1946, la nostra politica
estera, in pratica, fu gestita esclusivamente dal piccolo ministero degli Esteri
ricostituitosi a Brindisi, ed attivo poi a Salerno ed a Palazzo Chigi" .<l)
Non cito oltre perché poi Gaja, mosso dalla passione per la " carriera"
(l) Roberto Gaja, L 'Italia nel mondo bipolare. Per una storia della politica estera italiana
(1943-1991), Il Mulino, Bologna, 1995, p. 33.
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