Page 407 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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I PROBLEMI  DELLA  GIUSTIZIA                                      399

               sione del federale di quella città. Come ritorsione vMnero massacrati pa-
               cifici e  stimati cittadini,  rei  di  essere  antifascisti  e di  non  dissimulare i
               loro sentimenti.03)

                    Ma prima ancora le efferatezze contro gli  inermi,  a  fine  settembre
               1943, erano state commesse dalle SS  tedesche a  Boves, cittadina del Cu-
               neese dove vennero fucilati poveri contadini, il giovane parroco, saccheg-
               giate ed incendiate le  case.
                    E queste crudeltà delle SS proseguirono nel  1944 con la strage delle
               Fosse Ardeatine con lo sterminio di popolazioni intere a S.  Anna di Staz-
               zema, dove era presente il capo "repubblichino" della provincia di Lucca
               che  filmava  le  orrende operazioni,  a  Marzabotto  e  nei villaggi  vicini  di
               quella  zona  dell'Appennino  tosco-emiliano.
                    Proprio nell'agosto di quell'anno Mussolini e Buffarini emanavano
               i loro ordini per le  fucilazioni  e le deportazioni di  partigiani,  mentre le
               milizie di Salò infierivano contro le popolazioni contadine del Nord i tor-
               turatori delle bande Koch,  Carità, Bossi,  Colombo e altri figuri  si  scate-
               navano  contro gli  appartenenti  alle  forze  della  Resistenza  o  le  persone
               semplicemente sospettate di  appartenervi.
                    Fu questo il contrappasso che spiega sul piano storico le vendette e
               gli  eccessi  dei  partigiani.
                    La più gran parte delle atrocità dell'una e dell'altra parte rimase im-
               punita. Queste vicende si ripetono nella lunga storia dell'umanità e anco-
               ra  ogg1  s1  nnnovano.
                    Per la  materiale  impossibilità di  identificare i  colpevoli,  ma anche
               per la volontà politica di un ritorno alla normalità non si insistette nell'e-
               sercizio sistematico delle azioni penali nell'incandescente ed aggrovigliata
               materia.

                   Tali azioni erano rese impossibili dalla disorganizzazione degli uffi-
               CI,  dalla  mancanza  di  mezzi  istruttori,  dall'omertà.
                    In materia di rappresaglie partigiane la  magistratura ravvisò  quasi
               sempre il fatto di guerra. Tali furono definite le sbrigative fucilazioni av-
               venute nei giorni della liberazione. E le sentenze di condanna a morte ema-
               nate  dagli  improvvisati  Tribunali  partigiani  furono  considerate  atti  di


               (13)  Secondo gli accertamenti successivi dalla polizia di Ferrara venne formulata la pro-
                   babile ipotesi che il gerarca fosse  statO  ucciso  da alcuni suoi camerati che non ne
                   approvavano la  moderata  linea  politica.








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