Page 433 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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LA MARINA ALL'INDOMANI DELLA LIBERAZIONE
MARIO BURACCHIA
Nella fase finale del conflitto i responsabili della Marina avevano
avvertito negli equipaggi delle unità combattenti una diffusa caduta di ten-
sione morale e di motivazione; la causa era stata individuata nella dimi-
nuzione progressiva dell'impegno operativo delle navi. La situazione fu
riportata ai rappresentanti degli Alleati, richiedendo contestualmente per
le unità italiane compiti adeguati alle loro capacità di combattimento, ed
una partecipazione più attiva alle operazioni. La risposta fu che i lamen-
tati effetti dell'inoperosità colpivano anche i marinai britannici e che si
trattava di fenomeni inevitabili e naturali dovuti al fatto che la guerra na-
vale in Mediterraneo era quasi alla fine. Veniva inoltre sottolineato, con
grato apprezzamento, l'impegno sempre maggiore delle navi italiane per
scopi addestrativi e per trasporto di materiali e di personale. Il tenore di
questa risposta era motivato sia dalla diminuzione dell'interesse alleato
sul contributo che la flotta italiana avrebbe potuto dare, sia dalla volontà
di non concedere appigli o argomentazioni che avrebbero potuto condi-
zionare gli orientamenti che gli Alleati avevano già consolidato sul futuro
della Marina italiana.
Agli inizi di aprile, nelle giornate decisive in cui la fine della guerra
appariva ormai prossima, si diffuse tra i vertici militari e politici del pae-
se una grande apprensione per le prospettive di Trieste in relazione alla
rapidità avanzata delle truppe di Tito.
Erano trapelate alcune notizie sulle posizioni del presidente degli Stati
Uniti che non voleva contrasti con gli alleati orientali, almeno su punti
che non considerava di vitale importanza.
Questo problema stava molto a cuore a tutti gli italiani e ai rappre-
sentanti della Marina in particolare per la presenza nei quadri della Forza
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