Page 434 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
P. 434
426 MARIO BURACCHIA
Armata di una forte componente istriana e dalmata. Ciò giustificava i con-
tatti De Courten-Sparzani, sull'impiego di marinai della Repubblica So-
ciale per cercare di mantenere l'Istria all'Italia. Vicenda condotta sul piano
del più marcato irrealismo, tipico del fascismo, perché mancante del pre-
supposto fondamentale: l'esistenza di forze adeguate.
In questi tragici momenti fu rispolverato un vecchio piano: far sbar-
care il reggimento San Marco in !stria. Questa iniziativa, che chiaramente
evidenziava una assenza quasi totale di presupposti sul piano della fattibi-
lità, può essere spiegata solo con la consapevolezza che i responsabili ita-
liani avevano del fatto che ineluttabilmente i loro timori si sarebbero
avverati e che per questo motivo non si poteva scartare alcuna possibilità,
anche se disperata.
Lo sbarco del San Marco in !stria avrebbe dovuto dare il tempo alla
2a Divisione Neozelandese di raggiungere Trieste e di eleminare o alme-
no contenere il rischio jugoslavo.
Il San Marco cominciò a selezionare tutto il personale nocchiere da
inviare a far pratica sui mezzi anfibi messi a disposizione degli Alleati riu-
niti in Adriatico. Ma poco dopo gli uomini inviati con il primo scaglione
tornarono al Reggimento con un nulla di fatto - per le pressioni degli
Alleati - ed in particolare degli americani.
Alla fine della guerra il San Marco era a Faenza, con una forza di cir-
ca 130 ufficiali e 3200 marinai.
Il Reggimento aveva approfittato della sosta per riordinare i reparti
e per concedere un meritato periodo di riposo agli uomini. Dopo una so-
sta in Lombardia, nel mantovano, il San Marco fu destinato in Alto Adige
con compiti presidiari.
La regione aveva un assetto instabile e delicato per motivi etnici lo-
cali. I cittadini altoatesini speravano in un definitivo ritorno sotto il go-
verno austriaco. Vi erano poi nell'area alcune migliaia di soldati tedeschi
sbandati che non volevano essere presi prigionieri, e ciò aggravava la si-
tuazione.
Gli uomini del San Marco si adattarono ai nuovi compiti, che anda-
vano dal controllo dei valichi alpini, al rastrellamento degli sbandati di
varia nazionalità, dall'individuazione di magazzini e di depositi clandesti-
ni di armi e munizioni, al ristabilimento dell'ordine e della legalità nei
paesi più isolati.
Il clima spesso incandescente del primo difficile dopoguerra italia-
no, segnato da motivazioni ideologiche e da pesanti difficoltà economiche
III-VOLUME-SESTO-anno.indd 426 22/03/16 09:52