Page 439 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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LA MARJNA ALL'INDOMANI DELLA LIBERAZIONE 431
Di fronte alla incognita del trattato di pace e pur in presenza di non
ottimistiche previsioni che emergevano dalla lettura del comunicato finale
della Conferenza di Potsdam del luglio 1945, la Marina si mise al lavoro
per cercare un consenso tra gli Alleati che le consentisse di mantenere uno
strumento navale valutato minimo necessario per far fronte alle esigenze
difensive del dopoguerra. Fu questa l'attività dell'instancabile Ammira-
glio De Courten, che si rivolse a tutti e a tutti i livelli, affermando che
la ''Marina non avrebbe potuto accettare nessuna imposizione di cedere ad altre na-
zioni una parte delle navi che per più di 20 mesi avevano combattuto a fianco di
quelle alleate".
Alcune dichiarazioni dei massimi responsabili alleati, come quella resa
da Truman, nel suo rapporto alla nazione americana, al rientro dalla Con-
ferenza di Potsdam, facevano ben sperare. Nel suo discorso il presidente
USA affermava tra l'altro:
"Eravamo ansiosi di definire l'avvenire dell'Italia per prima fra i paesi ex
nemici. L'Italia è stata la prima a staccarsi dall'Asse. Ha materialmente aiutato
alla sconfitta finale della Germania, si è ora unita a noi nella guerra contro il
Giappone e sta facendo progressi reali verso la democrazia. Un trattato di pace con
un governo democratico italiano ci permetterà di accogliere l'Italia quale membro
delle Nazioni Unite''.
Un po' più riservato era stato il nuovo Ministro degli Esteri britan-
nico, il laburista Bevin, quando aveva affermato alla Camera dei comuni,
il 21 agosto, che la Gran Bretagna desiderava che il trattato di pace con
l'Italia fosse basato su termini equi senza perseguire una politica di ven-
detta. Così si esprimeva il Ministro:
''La Gran Bretagna pensa con profondo dolore, e non può dimenticarsene, alle
vite di uomini del Commonwealth britannico e dei suoi alleati perduti in battaglia
contro l'Italia. Venne il tempo in cui gli italiani stessi si volsero contro il fascismo
e la dittatura e si affiancarono agli Alleati nella lotta contro il nazismo, alla cui
disfatta hanno dato un sostanziale contributo. lo penso che non sia saggio seguire
una politica di vendetta''.
Sopra ogni cosa però risultava da indiscrezioni, che la Russia a Pot-
sdam aveva avanzato idee e proposte definite circa i futuri destini di Trie-
ste, di Pantelleria, dei possedimenti coloniali ed il futuro della flotta italiana.
Idee e proposte che pur non destinate a realizzarsi erano chiari indici di
una minacciosa mentalità.
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