Page 192 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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192 I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015
Diverso discorso vale per i cosiddetti modelli sperimentali, molto meno diffusi rispetto a
quelli da parata. Per quanto invece attiene ai modelli di cui esistono esemplari, va subito chia-
rito che fino ad ora non è stata rintracciata né documentazione, né una normativa specifica in
proposito. Questa condizione imprecisa determina una valutazione ipotetica su origine ed uso
di una serie di manufatti esistenti, quando più quando meno differenti dalle sagome ufficiali
adottate. La ragione principale di tali sperimentazioni va ricercata probabilmente nella finalità
di studiare eventuali migliorie tecniche o estetiche.
Alcune varianti riguardano i sistemi di aerazione. Partendo dalla valida struttura a rivetti
forati del modello 33, vennero prodotti esemplari con quattro, cinque e addirittura sei buchi
sfiatatoi. Questi potevano trovarsi sulla parte frontale, sulla cupola o distribuiti simmetricamen-
te in aggiunta ai tre canonici. Esistono prototipi anche senza fori, la cui imbottitura era molto
simile a quella del modello 31. I cuscinetti «sono fatti in pelle rossiccia, terminante in due
lingue forate per la cinghietta di regolazione, e legate con un nastro nella tasca di tela verso il
metallo; contengono un cuscinetto di tela, con due trapunture, riempito di paglia e crine. Due
piastrine saldate ai fianchi tengono gli anelli che reggono il soggolo, del tutto simile a quello
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degli altri modelli ma senza marchi di sorta. Il colore è grigio-verde piuttosto scuro». Il senza
fori pesava circa 950 grammi.
Modelli con rivetti aggiuntivi centrale e cupolare
(collezione dell’Autore)
Modello con foro frontale con fregio per 5°, 6°, 9° e 10°
reggimento di cavalleria (collezione Carullo)
267 E. Bossi-Nogueira, L’elmetto italiano 1915-1971, op. cit., p. 16.

