Page 195 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                  Tornando invece ad esaminare i brevetti custoditi presso l’Archivio centrale di Stato è in-
               teressante evidenziare alcune invenzioni, di massima relative alle imbottiture, che rimasero
               anch’esse nell’alveo del mero possibile. La prima, in ordine di tempo, fu quella dello svizzero
               Fritz Isler nel 1934. Nell’intento di non menomare la solidità della calotta, in genere perforata
               dalle fessure per rivetti o bulloni reggi imbottitura, la proposta ipotizzava il fermo dell’interno
               direttamente allo spigolo circolare della calotta. 271

                  Fu poi la volta di Gian Battista Casetta di Torino. Questi, residente in via dell’Arsenale 17,
               propose un Perfezionamento negli elmetti d’acciaio, destinato a migliorare l’efficacia nell’am-
               mortizzazione degli urti e l’igiene interna. L’utilizzo di una camera d’aria di gomma forniva
               il doppio risultato di adattare la calotta a qualsiasi tipo di conformazione cranica e di attutire
               i colpi ricevuti. Il tubo circolare di gomma era facilmente lavabile e poteva essere contenuto
               in una guaina di tela, anch’essa di facile pulizia, al contrario della solita guarnizione di feltro,
               facile nido di parassiti. L’interno era legato alla calotta con appositi lacci, oltre che da un cu-
               scinetto spugnoso cupolare, fissato al resto dell’imbottitura tramite tubicini o tiranti. Secondo
               l’inventore i vantaggi erano molteplici:
                  «un  casco di misura unica può, col perfezionamento dell’invenzione, servire per conforma-
               zioni craniche diverse per forma e per dimensioni. Data la presenza della camera d’aria fra il ca-
               sco e la calotta cranica, non vi è necessità di predisporre una intercapedine per la deformazione
               del casco all’urto di una pallottola, per cui il casco può essere più piccolo, e perciò più leggero
               ed economico, dell’ordinario. L’urto di una pallottola, anche se deforma il casco, viene distri-
               buito, grazie alla camera d’aria, sulla intera imboccatura e quindi sostenuto più facilmente dal
               colpito. […] Il casco di acciaio potrebbe convenientemente contenere un casco in sottile lastra
               d’alluminio, aggraffato ai bordi del primo, con una intercapedine fra l’uno e l’altro in funzione
               di camera coibente contro il freddo ed il caldo». 272


                                                                                  Brevetto dell’imbottitura
                                                                                   pneumatica di Casetta
                                                                                   (ACS-Aut. 1240/2014)































               271 ACS, Brevetti Invenzioni, b. 2273, f. 323631, domanda 6696/1934.
               272 Ibidem, b. 3837, f. 375391, domanda 6406/1939.
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