Page 28 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
P. 28

28                            I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015




























                                                   Modello di elmo Farina


               La fabbrica Farina era sita a Milano, in via Ruffini 10. Il toponimo era presente sul timbro ova-
               le, applicato all’interno della falda anteriore dell’elmo e che riportava, in cifre romane, anche la
               taglia (I - II - III). A partire proprio dal 1915 vennero progettati e realizzati vari manufatti. Tra
               questi – quelli che riguardavano la testa del soldato – erano: l’elmo, usato in prevalenza dalle
               citate unità di guastatori, e l’elmetto cosiddetto da trincea.
                  L’elmo si componeva di tre parti principali, dipinte con vernice opaca antiriflesso: la calotta,
               la falda anteriore e quella posteriore. Era di colore grigio-verde e non venne decorato da nessun
               tipo di fregio o segno distintivo. Di solito era calzato direttamente sopra al berretto di panno
               portato alla rovescio, ma per praticità venne spesso indossato anche senza. Nonostante avesse
               un verso prestabilito, la parte blindata (anteriore) poteva essere portata sia sulla fronte che sulla
               nuca.
                  La calotta, di forma ovale, era fatta di lamiera d’acciaio dolce dello spessore di 1,1 mm,
               stampata a freddo. La falda anteriore era composta da cinque strati di lamiera spessi 1,3 mm,
               questa volta d’acciaio duro al cromo-nichel, sovrapposti e tenuti insieme da cinque chiodini
               ribattuti. Era fissata verticalmente alla calotta con altri otto chiodini ribattuti. La curvatura ne-
               cessaria per l’aderenza con la circonferenza della calotta era realizzata a freddo. Infine la falda
               posteriore, sempre di lamina d’acciaio duro, era spessa 1,1 mm, chiudendo così, sempre verti-
               calmente, la nuca del soldato. Non vi era soluzione di continuità tra le due falde.

                  Dell’elmo esistevano diverse varianti: quello base, quello con aerazione e quello con cre-
               stino. Il primo modello aveva la falda di 12 cm. Le taglie si distinguevano dalla misura del
               diametro antero-posteriore: 208,5, 218,8 e 228, 5 mm. In relazione alla taglia, il peso variava:
               2.650, 2.750 e 2.850 grammi. Aveva nella parte blindata una specie di arco nel basso, così da
               funzionare come campo visivo oppure, se adoperato alla rovescia, come spazio per il collo, se
               sdraiati. Infine l’elmo era corredato, sopra le orecchie, di due riporti in lamiera, che reggevano
               il soggolo di cuoio grigio-verde con fibbia scura di ferro.

                  Per esigenze ergonomiche si studiò che le falde non fossero a contatto diretto con la testa
               del soldato. Si partì con dei passamontagna. Vennero applicati poi tre cuscinetti di gomma, uno
               nella parte centrale della fronte e gli altri due all’altezza delle tempie. Infine, per meglio adattar-
               lo alla testa del soldato, vennero studiate due tipologie di cuffie di stoffa trapuntata e imbottita
               con crine di cavallo e ovatta: una con e l’altra senza paranuca. Il relativo spessore era, nella
   23   24   25   26   27   28   29   30   31   32   33