Page 32 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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               questi presupposti operativi, sarebbe stata invece cura dei comandi di Corpo d’Armata e di Arti-
               glieria e Genio decidere se le dotazioni in essere erano sufficienti o necessarie di integrazione. 45
                  Altro documento riepilogativo di una certa importanza è una tabella distributiva del 28 feb-
               braio. In essa il colonnello Bertolé invitava il ritiro da parte dei Corpi d’Armata dipendenti della
               3ª Armata. Più nello specifico: XI 6.500 elmetti francesi, 135 elmi Farina, 170 elmetti Farina;
               XIII 2.560 elmetti francesi, 100 elmi Farina, 130 elmetti Farina; X 1.000 elmetti francesi, 100
               elmi Farina, 200 elmetti Farina; XIV 15.000 elmetti francesi, 100 elmi Farina, 200 elmetti
               Farina; VII 21.000 elmetti francesi, 175 elmi Farina, 220 elmetti Farina. Si chiariva poi, a
               completamento delle assegnazioni, che il VII Corpo d’Armata avrebbe dovuto prelevare solo
               quelli necessari, comunicando l’eventuale eccedenza. 46
                  A proposito sempre della 3ª Armata, interessante poi menzionare una relazione sull’uso dei
               materiali da trincea, prodotta dalla Scuola Bombardieri di Cà del Vescovo nel marzo del 1916.
               Da una circolare del duca d’Aosta del 10 gennaio si evince che, in suddetta località, era stato in
               gran segreto istituito un campo di esperienze, dove appunto elaborare le proposte concernenti
               i nuovi mezzi di difesa e offesa, raccolti e avviati dai singoli comandi dipendenti della 3ª Ar-
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               mata.  Nel resoconto finale, per quanto attiene agli elmetti, venne precisato l’uso promiscuo
               di mezzi di protezione francesi (Adrian) e italiani (Farina), ma anche – per il momento – un
               previsto esclusivo utilizzo solo per i militari destinati in presenza del nemico:
                  «Di solito le unità di fanteria che sono in prima linea hanno in distribuzione una certa quantità
               di elmi e corazze, in numero esiguo però, e li distribuiscono ai soldati che sono di vedetta,
               ovvero a quelli che debbono lavorare o compiere servizi allo scoperto. Molto spesso questi
               materiali si disperdono o perché lasciati dai soldati nelle trincee di prima linea, o perché sono
               tenuti dalle truppe che li avevano in consegna e che sono trasferite in seconda linea.
                  Gli scopi che, in relazione a quanto si è detto, questi mezzi possono raggiungere sono:
                  I)    Proteggere i soldati che sono più esposti al tiro nemico e specialmente a quelli degli
                        shrapnels.
                  II)   Proteggere i componenti delle pattuglie destinate ad iniziare l’attacco.
                  III)   Proteggere la truppa che deve lavorare o sostare sotto il fuoco di interdizione di arti-
                        glieria nemica.

                  Gli elmetti sono adatti e desiderati dalla truppa […]
                  Avendo a disposizione questi mezzi per evitare la dispersione, lo smarrimento od altro, è
               bene darli in consegna ad un graduato del proprio reparto perché ne sorvegli la distribuzione e
               la restituzione, rispondendone personalmente.
                  L’ufficiale che conosca bene i suoi uomini potrà sfruttare elmetti e scudi per cercare di dare
               forza morale a chi ne ha bisogno». 48
                  Nasceva così non solo la galvanizzazione tramite l’acciaio da indossare, ma la responsabilità
               sulla detenzione e sulla vigilanza della corretta conservazione dell’elmetto. Vedremo più avanti
               quanto zelo impiegheranno i comandi per rammentarlo e all’inverso certa trascuratezza o adat-
               tabilità dei militari a seguito delle privazioni in trincea.
                  Infine, val la pena citare un telegramma del 12 giugno successivo, indirizzato al Comando

               45  Ivi, f. elmi Farina, foglio n. 794 di Cigliana del 21/1/1916.
               46  Ivi, f. elmi Farina, foglio n. 75-B del 28/2/1916.
               47  Ivi, f. Bettica 1916, Circolare 125 op. di E.F. di Savoia del 10/1/1916.
               48  Ivi, Campo esperienze III Armata.
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