Page 33 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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PRIMA GUERRA MONDIALE 33
Elmo Farina portato con la blindatura sulla fronte e sulla nuca
Presidio A.B. di Udine, Ufficio Tecnico. Esso assicurava la spedizione dall’Arsenale di Torino
alla 4ª Armata di altre protezioni Farina, aggiungendo che era stata disposta un’ulteriore forni-
tura di 10.000 elmi, 10.000 corazze e 10.000 elmetti. Intanto (sin dal febbraio 1916), il Coman-
do Supremo aveva autorizzato la distribuzione di 30 elmi e 30 corazze Farina all’Ufficio servizi
aeronautici, e si riprometteva di fornirne altri 20. 49
I risultati ufficiali della sperimentazione dei primi mesi furono giudicati accettabili. Secondo
il documento redatto dalla Direzione d’artiglieria dell’Arsenale di costruzione di Torino la parte
anteriore dell’elmo era resistente al proiettile del fucile da guerra modello 1891 sparato a 125
metri (l’elmetto a 175 metri), mentre la calotta e la fascia posteriore erano resistenti soltanto
alle pallette degli shrapnel. Il 20 dicembre 1915 il generale Cigliana, comandante l’XI Corpo,
comunicò al comando della 3ª Armata che, dagli esperimenti compiuti presso i reparti dipen-
denti, l’elmo e l’elmetto Farina costituivano un buon riparo dalle pallottole di fucile, pallette di
shrapnel e schegge di granata. Quelli provveduti di paranuca, benché molto pesanti e scomodi,
specie per chi doveva rimanere nella posizione di a terra, erano i preferiti. Davano sicurezza
maggiore, perché il paranuca aiutava a sopportare meglio tutto il peso dell’elmo. 50
Questa era però la versione ufficiale. L’elmo Farina non fu per nulla apprezzato dai militari
49 N. Pignato (e F. Cappellano), Le armi della vittoria, op. cit., pp. 30-32.
50 AUSSME, E1, b. 208, f. elmi Farina, foglio 8544 del 20/12/1915 di Cigliana.

