Page 37 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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PRIMA GUERRA MONDIALE 37
Progetti e invenzioni
La corsa agli armamenti ha sempre stimolato in modo anche fantasioso l’inventiva dei pen-
satori. Alla sua epoca Jules Verne era considerato un lunatico, in tutti i sensi. Chi lo avrebbe mai
detto: dopo poco più di cento anni dal suo Dalla Terra alla Luna, l’uomo avrebbe messo piede
sul proprio satellite. Come si suole dire in questi casi: i sognatori hanno sempre anticipato gli
inventori. Eppure nel nostro specifico caso alcuni ideatori elaborarono dei prototipi, talmente
bizzarri che – proprio per la propria inapplicabilità – vale la pena parlarne.
Nel contesto della Grande Guerra, il primo italiano che si cimentò nella progettazione di un
elmetto dalle forme fantasiose fu Luigi Magnani di Parma. Egli brevettò nel settembre del 1915
un manufatto dal nome: Casco in lamine d’acciaio. Secondo l’inventore emiliano la prerogati-
va del casco era «quella di essere costruito con strisce d’acciaio temperato, senza che la tempra
sia stata menomata, in alcun modo, perché la semplicità della lavorazione non richiede che il
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materiale sia stemperato o snervato da alcun processo». Il casco era composto di una serie
di lamine d’acciaio (da sei a otto), curvate e appaiate a tal punto da creare una calotta. Erano
fermate sul davanti e sul dietro da un due perni radiali, tanto da rassomigliava a un ventaglio.
All’interno, perpendicolare alle lami-
ne era fissata una fettuccia di stoffa, la
cui lunghezza rappresentava la somma
delle larghezze di ciascuna lamina. Una
volta aperto completamente il casco, la
fettuccia sarebbe stata in tensione. Alle
basi della fettuccia (sopra le orecchie)
erano fissati i due lembi di cuoio del
sottogola, che si chiudeva ad ardiglio-
ne. Una volta chiuso il casco avrebbe
occupato solo una sezione dello spazio
totale aperto; mentre qualora fosse stato
fisso, era possibile come eventualità eli-
minare del tutto la fettuccia interna.
Aveva di sicuro la capacità di occupare
poco spazio una volta richiuso, ma dal
disegno proposto evidenzia una palese
inefficacia, se l’obiettivo era garanti-
re una robustezza balistica. Sollecitato
da proiettili ad alta velocità d’impatto,
si sarebbe di sicuro aperto su se stesso,
creando più danni che riparo al malca-
pitato di turno.
Casco in lamina d’acciaio di Luigi Magnini
(ACS-Aut. 1240/2014)
53 ACS, Brevetti Invenzioni, Reg. Gen. 150578, Reg. Att. n. 123, Vol. 451.

