Page 339 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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Pertanto le precedenti Direzioni del procurement, organi amministrativi dedicati all’approv-
vigionamento, vennero a dipendere in modo diretto dal SGD/DNA, divenuto organo unico di
acquisizione dei beni della Difesa sui capitoli d’investimento.
Questo indirizzo ebbe ancora più valore, visto che la stessa Legge sui vertici aveva indivi-
duato nell’approvvigionamento e nel sostegno all’industria sì due responsabilità distinte, ma da
poter gestite in modo unico e sinergico. In questo modo, curando in sede domestica il progresso
tecnico-industriale e favorendo un interscambio paritario con l’estero, si garantiva non solo
un livello produttivo sempre all’avanguardia, ma anche forti risparmi e grandi vantaggi per la
Difesa e per il Paese.
Si è compreso quindi che – in epoca di globalizzazione – l’autarchia non solo è divenuta ste-
rile e antieconomica, ma rende il sistema produttivo nazionale ingessato e lontano dalle grandi
decisioni politico-economiche sovranazionali. Viceversa non si può neppure essere subalterni
dall’estero, ma saper cercare alleanze politico-industriali, strategiche e affidabili, con cui con-
dividere alla pari programmi ambiziosi, problematiche comuni e risultati all’avanguardia. La
cooperazione internazionale non si fa più (solo) mettendo insieme eserciti o piani d’attacco, ma
idee innovative, competenze versatili, risorse umane qualificate e capitale finanziario. Si crea
così un più coerente ed allargato mercato comune degli armamenti, in sede europea e non. La
politica di difesa, per la sua congenita delicatezza, deve quindi saper dosare l’alta tecnologica
alla diplomazia, avendo come unico obiettivo il benessere economico e militare del Paese. Del
resto si è superato il concetto di distinzione netta tra comparto industriale militare e quello civi-
le, come pure non è più vero il teorema che vorrebbe il primo essere il pensatoio/inventore del
secondo, seguendo una tendenza valida nel Novecento. Solo con la valorizzazione concreta del
triangolo virtuoso, composto senza soluzione di continuità da Forze Armate, società civile e ri-
cerca, è possibile rafforzare il rapporto tra politiche economico-industriale e tecnico-scientifica.
Riuscendo dunque a conciliare la domanda di beni con l’offerta tecnica realizzata o realizzabile,
in questo modo è possibile indicare quali debbono essere le priorità nelle tecnologie da seguire.
In assenza di ingenti capitali, il Programma Nazionale di Ricerca Militare entra nel più gran-
de e sfaccettato contesto di ricerca e sviluppo del Paese. Se il ministero dell’Istruzione, Univer-
sità e Ricerca (MIUR) è il depositario del Programma nazionale di ricerca (PNR), una sorta di
bando annuale di gara per nuove scoperte e invenzioni, anche il ministero della Difesa partecipa
e beneficia di questo circolo virtuoso. La cultura non è un costo da tagliare, ma un investimento,
perché – se indirizzata con criterio – genera prodotti e servizi, ossia occupazione e ricchezza.
Segredifesa invita l’industria nazionale a presentare liberamente le proposte di ricerca ritenute
di interesse per il proprio settore. «Indicare gli effetti operativi di rilevanza militare che verran-
no conseguiti dalla realizzazione del progetto di ricerca»; così recita il punto 12 dello Schema
modello per la formulazione di proposte di progetto R/T nell’ambito del PNRM. Promuove,
valuta e coordina così tutte le attività propedeutiche in vista di una futura produzione.
Il valore duale (civile e militare) non è più un tabù, ma anzi un’opportunità trasversale. Si
è compreso che i costi come i benefici possono essere condivisi, con il vantaggio di avere un
ventaglio di idee sempre nuove, da poter impiegare in qualsiasi contesto. In un mondo che
cambia in modo vertiginoso, le tecnologie per l’informazione e la comunicazione (ICT) sono
primarie: informatica avanzata multimediale e distribuita, microelettronica e sensoristica intel-
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ligente, elettronica, sistemi di attuazione e controllo reti, robotica, ecc. L’industria viene sti-
512 R. De Masi-P. Caviggiola, La ricerca tecnologica generatore di conoscenza e crescita per una Difesa compe-
titiva, in «Informazioni della Difesa», 1/2005, p. 46.

