Page 43 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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PRIMA GUERRA MONDIALE                                      43










































                             Tavola di Beltrame raffigurante fanti italiani con gli Adrian modello 1915
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               pagnia, finora. Recano sul davanti queste due iniziali: R.F., Republique Française».  Il futuro
               capo del fascismo in quei mesi era assegnato al 11° reggimento bersaglieri, facente parte della
               Divisione bersaglieri, incorporata nel IV Corpo d’Armata. Quindi desumiamo che questa fu la
               prima o tra le prime Grandi Unità a ricevere questo particolare equipaggiamento.
                  Il nuovo copricapo riscosse una buona accoglienza, per evidenti ragioni pratiche, ben sinte-
               tizzate da questo resoconto d’epoca, finalizzato proprio a sondare l’opinione dei primi utilizza-
               tori:
                  «i soldati hanno fiducia in tale elmetto perché, sebbene sia sempre forato dalle pallottole di
               fucile, resiste bene alle pallette di shrapnel, alle piccole schegge di granata ed alle schegge di
               roccia e di pietre. Siccome è leggero, comodo, non più visibile del berretto, i soldati lo portano
               volentieri, anzi se ne disputano il possesso». 64
                  Le spedizioni dalla Francia, che iniziarono quindi grosso modo a partire dall’ottobre del
               1915 proseguirono nei mesi a venire. Tra il 24 e il 27 novembre arrivarono a Modane, per poi
               transitare lungo il Frejus verso Torino in giornata, 40.100 elmetti in tre lotti. Di questi com-
               plessivamente 12.000 vennero indirizzati alla Direzione d’artiglieria della 2ª Armata ad Udine,
               11.000 al Magazzino vestiario ed equipaggiamento di Torre Luino, 9.100 alla 1ª Armata a Ve-
               rona e infine 8.000 alla 2ª Armata sempre ad Udine. 65

                  Ai primi di gennaio del 1916 risultavano invece giunti ai reparti 328.700 elmetti, che ven-
               nero così suddivisi: 48.800 alla 1ª Armata, 87.600 alla 2ª, 81.800 alla 3ª, 47.500 alla 4ª, 43.000


               63  B. Mussolini, Il mio diario di guerra, Pagano, Napoli 1995, pp. 35-36.
               64  A. Spanghero, L’elmo della vittoria, op. cit., n. 153, p. 37.
               65  MCRR, fondo Dallolio, b. 951, f. 3, doc. 14.
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