Page 48 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                                                                   Gabriele d’Annunzio
                                                                   con l’Adrian indossato al contrario

               Per ordine del ministero della Guerra, tramite la Commissione militare italiana a Parigi, si volle
               regalare al Sovrano, al capo e al sottocapo di Stato maggiore dell’Esercito e al generale Ugo
                                                                                               69
               Brusati (aiutante di campo del Re) un elmetto da trincea a scopo propagandistico.  Il Re rin-
               graziò pochi giorni dopo il generale Porro, per il gradito omaggio. Molto geloso della sua suc-
               cessiva fama di re-soldato, Vittorio Emanuele III avrebbe indossato spesso l’elmetto, almeno,
               per rimanere immortalato in immagini pubbliche o in opere artistiche. Al contrario non sembra
               che il generale Cadorna si fosse molto interessato del particolare presente, se solo il giorno 24
               febbraio 1917 citò in una lettera alla famiglia il primo impatto con il copricapo metallico: «Ho
               messo per la prima volta il mio elmo, il quale non ripara dalle palle di fucile, ma solo dalle
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               pallette da shrapnell».  Questo ritardo del Comandante supremo nel considerare il copricapo
               metallico non lo esentò tuttavia da alcuni richiami enfatici, come quello espresso il 2 marzo
               1917: «Avevamo tutti dell’elmo cinta la testa. Siamo saliti pei camminamenti fino alla vetta
               ed abbiamo percorso parte delle trincee di prima linea a 40-50 m. dagli Austriaci, guarnite di
               bellissimi soldati della Brigata Padova dei quali uno stava scrivendo alla fidanzata ed un altro
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               leggeva il “Corriere” col nemico così vicino!»  Nonostante questo disinteresse, il comandante
               supremo avrebbe successivamente firmato una circolare sul ruolo simbolico dell’elmetto, come
               ascendente sulla truppa:
                  «Tutti gli ufficiali che si trovano o periodicamente debbono recarsi per ragioni di servizio,
               o comunque, nella zona delle operazioni od in quelle esposte al tiro dell’artiglieria nemica
               dovranno d’ora innanzi portare sempre seco la maschera contro i gas asfissianti ed inoltre essere
               muniti di elmetto metallico. Tale provvedimento oltre a rispondere a necessità di difesa personale
               riveste una grande importanza nei riguardi dell’effetto morale sulla truppa per l’esempio che
               viene dato ad essa dagli ufficiali». 72
                  Indipendentemente da ciò, probabilmente uno dei primi giudizi ufficiali sull’uso dell’elmet-



               69  F. Cappellano, L’elmetto italiano della Grande Guerra, op. cit., p. 34.
               70  L. Cadorna, Lettere famigliari, (a cura di R. Cadorna), Mondadori, Milano 1967, p. 189
               71  Ibidem, p. 190.
               72  AUSSME, F2, b. 13, circolare n. 17293 del 1°/3/1917 di Cadorna.
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