Page 52 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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52 I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015
Disegni e descrizioni d’epoca
denti per la realizzazione di tale manufatto. Anzi, da questo momento in poi, si vide in modo
sempre maggiore una promiscuità di modelli e sottomodelli tra i medesimi componenti degli
stessi reparti, visto che il nostro Paese continuò anche a importare in modo massiccio gli esem-
plari prodotti oltralpe.
Modello 16
Rispetto alle altre Nazioni belligeranti, che indossarono l’Adrian, nel complesso l’Italia fu
l’unica a studiare e produrre un proprio modello, differente dall’originale nelle sue parti costi-
tuenti. Si era visto infatti, nonostante le più rosee aspettative, che la guerra era divenuta non
solo lunga, ma molto dispendiosa. Oltre che di carne ed idee, lo scontro era a tutti gli effetti di-
venuto una guerra di materiali. Appariva quindi necessaria una continua e ininterrotta produzio-
ne industriale, soprattutto siderurgica, dato l’alto tasso di usura verso cui uomini e attrezzature
andavano incontro. «Il paese crea, l’esercito distrugge o restituisce uomini e materiali logori». 78
Non escludendo a priori lo specifico proposito sciovinista di creare un esemplare autarchico,
la motivazione principale di questa scelta va ricercata tuttavia nella necessità di trovare un si-
stema di stampo e assemblaggio più pratico ed economico. Per di più, così, si auspicò la (vana)
speranza di una solidità maggiore dello stesso elmetto. Come accennato, la calotta francese,
essendo composta complessivamente da quattro pezzi, era soggetta a possibili disgregazioni,
soprattutto nelle parti laterali, se sollecitate da una precisa collisione. In questo modo da prote-
78 Ibidem, op. cit., p. 706.

