Page 51 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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PRIMA GUERRA MONDIALE 51
Disegni e descrizioni d’epoca
sottufficiali o truppa, come pure tra armi o corpi d’appartenenza. Tutti lo dovevano indossare!
Tuttavia, come si nota da numerose fotografie, molto spesso anche in trincea era sovente omes-
so, per essere sempre usato in occasione delle effettive azioni di fuoco.
Nel frattempo i mesi passavano e in fatto di elmetti si era ancora dipendenti per intero dalla
Francia. In questo contesto si era ancora nella convinzione che la guerra, seppure non breve,
dovesse concludersi entro il 1916. Tuttavia all’approssimarsi del primo anniversario della
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dichiarazione italiana di guerra, dopo l’importazione completa transalpina e quella di alcune
componenti, anche in Italia si decise di allestire in proprio tutta la lavorazione del copricapo
metallico.
L’industria nazionale già da mesi era entrata a regime nel circuito delle forniture militari, ma
strano a dirsi per quanto riguardava gli elmetti, ciò rimase relegato a una piccola nicchia. Risale
al 28 maggio 1916 il primo contratto tra l’Amministrazione militare e la ditta Giuseppe Moneta,
il cui stabilimento di ferro smaltato era sito dal 1875 in via Mambretti 9, nel sobborgo milane-
se di Musocco. Contava circa 300 operai, 5 presse, 31 torni oltre ad altri piccoli macchinari.
Fino al febbraio del 1918 sarà l’unica fabbrica italiana a produrre l’Adrian nella sua versione
nazionale. Nei picchi di maggiore produttività, sarebbe arrivata a sfornare circa 10 mila elmetti
al giorno.
Tale scelta autarchica non significò affatto che le Regie Forze Armate divennero indipen-
77 Per l’evoluzione dell’organizzazione amministrativa dei rifornimenti nei primi mesi di guerra, si veda F. Botti,
La Logistica dell’Esercito italiano (1831-1981). Volume II. I Servizi dalla nascita dell’Esercito italiano alla
Prima guerra mondiale (1861-1918), USSME, Roma 1991, p. 706.

