Page 44 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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44 I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015
I primi Adrian modello 15 distribuiti agli italiani: quello a destra con la granata francese,
quello a sinistra indossato al contrario
alla Zona Carnia e 20.000 a disposizione del Comando Supremo. Un altro lotto di 173.000 era
in via di distribuzione sempre a gennaio: 23.700 alla 1ª Armata, 62.600 alla 2ª, 55.000 alla 3ª,
19.000 alla 4ª, 1.000 alla Zona Carnia e 10.000 a disposizione del Comando Supremo. Infine
come abbiamo visto nel paragrafo sui Farina, al 28 febbraio erano in distribuzione altri 46 mila
elmetti solo presso la 3ª Armata.
Secondo alcune fonti, nel corso dell’anno 1916 ne furono ordinati al Governo francese ben
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1.800.000 unità e alla fine dello stesso anno ne erano stati consegnati già 1.600.000 pezzi.
Grazie a questi continui afflussi, la distribuzione iniziò ad essere estesa pure ai militari ancora in
fase di addestramento presso i depositi reggimentali, così da arrivare al fronte già equipaggiati
di elmetto. Non è facile capire per quanto tempo e in che contesti i militari italiani continuarono
a portare il monogramma francese frontale. E’ noto invece che, con l’andare del tempo, in pa-
rallelo alla spedizione di elmetti completi, (per ragioni temporali ed economiche) l’Italia nello
stesso periodo iniziò a ordinare alla Francia anche solo gusci metallici, questa volta privi di
fregio e di fori anteriori, addirittura allo stato grezzo oppure già con una tinta grigio-verde. La
necessità di completare questi lotti, con l’aggiunta di imbottiture in feltro o pelle e di rifiniture
cromatiche nazionali, comportò dunque l’allestimento presso i propri arsenali di una produzio-
ne domestica su concessione francese. Le differenze, rispetto all’originale, erano: il feltro non
più di colore blu ma grigio, grigio-verde o nero; il sottogola del tipo italiano si differenziava
invece per il cuoio più spesso e meno confortevole, oltre che per la fibbia scorrevole più rozza.
66 A. Viotti, Uniformi e distintivi dell’Esercito italiano fra le due guerre 1918-1935, op. cit., tomo I, p. 16.

