Page 8 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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8                           I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015



                  Trascorso un secolo, dunque, dall’epoca dei primi Adrian, ancora ornati del fregio francese
               di fanteria, oggi il militare italiano con indosso il “casco blu” dell’Onu o con i diversi tipi di
               elmetti mimetici della Nato, conferma lo stesso spirito di sacrificio oltre che una rinnovata pro-
               fessionalità operativa. La storia degli elmetti diventa quindi l’occasione, per raccontare sotto
               una prospettiva diversa le vicende militari nazionali sia in pace che in guerra. Tutte le Forze
               Armate e tutti i Corpi armati dello Stato lo hanno indossato. Ciascuno per proprio conto lo ha
               ornato con le proprie insegne distintive. Si può ben dire che, al pari delle stellette al bavero,
               nessun altro corredo militare sia più rappresentativo dell’identità interforze dello status militare
               del Paese. Era un peccato che gli studi istituzionali, curando in particolare l’analisi e l’appro-
               fondimento degli strumenti di offesa, avessero dedicato poco spazio a quelli riservati alla difesa
               del soldato italiano.
                  In conclusione, il lavoro dell’autore ha ancora più valore se, tornando alle parole dell’Am-
               miraglio Binelli Mantelli, si esamina l’argomento delle spese per gli approvvigionamenti mili-
               tari, tasto delicato sia in tempo di guerra sia in momenti di ristrettezze finanziarie, come quelli
               attuali. Non è scontato ribadire che l’elmetto salva la vita e i risparmi in questo ambito sono
               molto pericolosi!
                  Dalle pagine della presente ricerca, quindi, si può trarre un allargamento dall’argomento tec-
               nico a tutta una serie di problematiche più generali come la pianificazione e il rifornimento delle
               risorse materiali e finanziarie oltre che – non va mai dimenticato in epoca di tagli di bilancio
               – il profondo spirito di adattamento e di sacrificio dei soldati italiani in ogni possibile contesto
               operativo in Patria e nel cosiddetto “fuori area”.


                  Colgo l’occasione, essendosi concluso dopo sette entusiasmanti ed indimenticabili anni il
               mio mandato quale Capo Ufficio Storico di SMD e Presidente della CISM (fino al 2013) non-
               ché Rappresentante della Difesa per la Storia Militare, di passare il “testimone” al brillante
               collega e amico, Col. Massimo BETTINI, a cui auguro un luminoso futuro certo che con le sue
               eccelse qualità saprà mantenere e superare i successi conseguiti finora.



                                                                   Col. Matteo PAESANO    2
                                                                     Capo dell’Ufficio Storico
                                                                 dello Stato Maggiore della Difesa





















               2  Già Presidente CISM, rappresentante della Difesa per la storia militare nei consessi nazionali e internazionali.
                   In applicazione del D. L. n. 95 del 6 luglio 2012, convertito in legge dall’art. 1. comma 1, L. 7 agosto 2012,
                   n.135 l’Ufficio Storico dello SMD sostitusce la CISM in tutte le sue funzioni e attribuzioni, senza soluzione di
                   continuità, quale unica legale istituzionalità rappresentativa a livello nazionale ed internazionale.
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