Page 310 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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due branche (Ufficio generale e Ufficio topografico), restrinse le sue attribuzioni
nel campo operativo. La collaborazione del Corpo di Stato maggiore doveva
essere, infatti, espressamente richiesta dal comandante, e l’iniziativa del quartier
mastro generale per la destinazione degli ufficiali di Stato maggiore poteva espli-
carsi solo sotto forma di proposta. Tali limitazioni erano ancora più nette nel
campo del «combattimento» (in guerra), essendo presente l’affermazione del
carattere esecutivo delle attribuzioni del quartier mastro generale e del compito
di «portatori» di ordini riservato agli altri ufficiali di Stato maggiore. Una larga
autonomia veniva invece accordata al quartier mastro generale in campo logisti-
co e appariva, quale compito nuovo e di notevole importanza, quello relativo al
controllo dell’esecuzione degli ordini impartiti dal comandante. In sostanza, il
regolamento del 1831, nonostante i suoi obiettivi, non riuscì a trasformare il Real
corpo di Stato maggiore generale in un efficiente «centro di studi e di lavori»
attinenti alla preparazione della guerra e, anzi, precisando più nettamente i suoi
compiti, finì, di fatto, con il diminuirli rispetto a quelli del 1814.
Anche un provvedimento del 1850, che nasceva dall’azione riformatrice
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intrapresa nel 1849 dal gen. Alfonso La Marmora , non comportò l’effettiva
modernizzazione del Real corpo di Stato maggiore: all’organo, allora denomina-
to Corpo reale dello Stato maggiore, venivano assegnate mansioni concernenti
gli studi sull’istruzione delle truppe e sulla mobilitazione. E, ancora, funzioni che
nella sostanza erano le stesse sancite nel 1831: in tempo di pace, raccogliere
notizie, specialmente topografiche e militari, opportune a fondare e a illustrare il
sistema strategico dello Stato; in tempo di guerra, dirigere e «secondare» gli
effetti delle operazioni e, in conseguenza, agevolare al capo dell’Armata il modo
di conoscere e di provvedere ai bisogni della guerra e di mantenere in ordinata
considerazione le varie parti dell’Esercito sardo .
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Nel 1853 venivano previsti, per il Corpo, due uffici, il già menzionato Ufficio
topografico e l’Ufficio militare, da cui discende, ricordiamo, l’attuale Ufficio
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storico dell’Esercito ; articolazioni cui veniva aggiunto, nel 1854, anche il Gabi-
netto (o Ufficio del comandante generale).
Con un’istruzione del 1855, relativa al servizio degli ufficiali di Stato mag-
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La riforma di Alfonso La Marmora, che interessò il decennio 1849-1859, toccò diversi
ambiti dell’Esercito: il reclutamento, i quadri (stato giuridico e avanzamento), le pensioni,
gli stipendi, il settore ordinativo (organizzazione territoriale ed Esercito di campagna), il
settore logistico, l’ordinamento scolastico e formativo, il settore più propriamente tecnico
(regolamenti e manuali d’impiego), il settore dottrinale e la legislazione penale militare.
35 La modifica di maggiore rilievo riguardava il nome di quartier mastro generale che veniva
modificato in quello di comandante generale del Corpo.
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Sulle vicende dell’Ufficio storico si rimanda, in questo volume, alle pp. 349-512.

