Page 406 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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            creati ex novo, come quello formato tra il 1935 e il 1945 e identificato con il
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            nome G 18. Guardia nazionale dei dipartimenti .
               Terminato il trasferimento a Roma nel 1872, veniva approntato un riordina-
            mento per tutto il patrimonio documentario e per la biblioteca del Corpo di Stato
            maggiore. Operazioni che si rivelarono particolarmente gravose poiché il consi-
            stente materiale librario era privo di schedario e inventariato «malamente» e le
            carte erano racchiuse in «grandi sacchi, disordinatamente, ed avevano subito non
            pochi spostamenti di posizione nelle varie buste durante i successivi trasporti da
            una sede all’altra» . Nel 1873 si decideva di procedere a una suddivisione «per
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            argomenti e per anni», di distruggere «le carte ordinarie e di nessun valore»  e,
            dopo il trasferimento dell’Ufficio storico a palazzo Giustiniani, di compilare, per
            i documenti conservati, il primo inventario generale, un «catalogo sistematico»
            e una rubrica alfabetica con schedario.
               In seguito, i documenti del fondo G 6. Campagna di Roma, versati, in mag-
            gioranza, fra il novembre e il dicembre 1870, venivano riordinati e rilegati in
            volume nel 1892-1893, rispettando la sedimentazione originaria. Ma, a partire
            dal 1893 e fino agli anni Cinquanta del Novecento, venivano aggiunte carte, in
            originale e in copia, estrapolate dall’archivio del Comando del Corpo d’armata
            di Roma, dal diario del capo di Stato maggiore dell’Esercito pontificio, il mag-
            giore  Fortunato  Rivalta  e,  ancora,  atti  sulla  capitolazione  di  Civitavecchia,
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            sull’Esercito pontificio e sui caduti italiani . Nello stesso periodo, le carte con-
            fluite nel fondo G 11. Brigantaggio, inviate all’Ufficio storico nel 1871 e nel
            1892, venivano parzialmente riorganizzate secondo un criterio cronologico e per
            zone d’azione dei vari comandi militari territoriali.
               Per la Prima guerra mondiale frequenti furono le direttive dell’organo di ver-
            tice della Forza armata sui metodi per organizzare le carte inviate dai comandi e
            dalle unità mobilitate. Ad esempio, in un promemoria del gen. Armando Diaz,
            indirizzato nel giugno 1915 al sottocapo di Stato maggiore dell’Esercito, trovia-
            mo  la  conferma  delle  motivazioni  conservative  che  influenzavano  i  criteri  di
            riordinamento.  L’allora  capo  del  Riparto  operazioni  del  Comando  supremo



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                a. MeriGliano-r. raMPa, Il fondo archivistico, in r. raMPa-a. MeriGliano, I dipartimenti
               militari, in «Bollettino dell’Archivio dell’Ufficio storico», 2, pp. 47-56.
            80   L’Archivio e la Sezione storica…cit., p. 6.
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                Per Cesare Cesari il cap. Severino Zanelli, uno degli ufficiali preposti alla sistemazione
               delle carte, «recatosi espressamente a Torino modellò questo ordinamento sul tipo di quel-
               lo adottato dall’Archivio di Stato di quella città». Cfr. ibid., p. 7.
            82   Cfr. inventario del 1893 pubblicato in arChivio Centrale dello stato, Gli archivi del IV
               Corpo d’Esercito e di Roma capitale. Inventario, a cura di r. Guêze-a. PaPa, Roma, Mi-
               nistero dell’interno, Direzione generale degli Archivi di Stato, 1970 (Pubblicazioni degli
               Archivi di Stato, LXXI), pp. 187-213.
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