Page 153 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
P. 153
CAPITOLO QUINTO
La propulsione a getto omessi; e le violenze riguardavano più gli uomini fra
loro che le donne. Chi non era disposto a sopportare
Con una sufficienza squisitamente romana, Livio, rievo- il disonore, chi si mostrava restio al misfatto, veniva
cando uno scandaloso rito avvenuto a Roma nel 186 a.C., immolato come vittima. Non considerare nulla illecito,
ci tramanda un fenomeno lontano dalle conoscenze scien- questa era la suprema religione che li univa. Gli uomi-
tifiche dell’epoca. La sua assenza di stupore, però, sembra ni, come fuori di senno, scuotendo il corpo a modo di
accreditarne una sensibile retrodatazione. La cornice in invasati deliravano; le donne, in veste di baccanti, cor-
cui s’inquadra fu un grave reato contro la morale, nella revano giù al Tevere e, immerse le fiaccole nell’acqua,
fattispecie quella rigidissima dei coevi rapporti coniugali, poiché in esse c’era vivo zolfo con calce, le estraevano
compromessi proprio dai misteri bacchici. Si sa che già con la fiamma intatta. Alcuni uomini – dicevano – ve-
nel 331 a.C. vennero condannate a morte ben 160 donne nivano rapiti dagli dèi; ed erano quelli che essi face-
per un analogo reato, ma si trattò di uno sparuto drap- vano sparire calandoli con una macchina nel fondo di
pello rispetto alle oltre 2000, inquisite nel maxiprocesso occulte spelonche: ciò capitava a chi si rifiutava di affi-
del 186 a.C. per il medesimo crimine e condannate dallo liarsi o di esser complice dei delitti o di farsi violentare.
stesso Senato, sia pure a pene di gran lunga più lievi. A In tutto ciò era coinvolta una massa enorme di persone,
farsene promotore fu Marco Porzio Catone, che fece pro- ormai quasi un secondo popolo, nel quale figuravano
mulgare il Senatus consultum de Bacchanalibus, che sancì la uomini e donne della nobiltà. Negli ultimi due anni si
soppressione del culto, la distruzione dei relativi templi, la era stabi lito di non ammettere nessun nuovo iniziato di
confisca dei beni, l’arresto dei capi e la persecuzione degli età superiore ai venti anni: così si cercava di attrarre la
adepti. Così Livio: fascia di età più predisposta sia a commettere errori sia
a subire ignominie .
1
Al principio il luogo di culto era stato frequentato
solo da donne, né alcun maschio vi era ammesso; c’e- Senza voler entrare ulteriormente nella vicenda, che in
rano tre giorni all’anno prestabiliti, in cui si celebrava- quanto tale esula dal nostro interesse, in quella lontana
no i riti di iniziazione, nelle ore diurne; sacerdotesse, estate romana una folla di madri, figlie e serve, tutte in
a turno, erano elette di norma le donne maritate. La profondo stato di ebbrezza, sciamò nel cuore della notte
sacerdotessa Paculla Annia, campana, aveva modifica- dall’Aventino alla riva del Tevere. Le parole di Livio sono
to il culto dicendosi ispirata dal dio: per prima infatti al riguardo inequivocabili: “mmerse nell’acqua le torce ar-
aveva iniziato il sesso maschile, nella persona dei suoi denti, che contenevano zolfo vivo e calce, le ritraevano anco-
figli, Minio e Erennio Cerrinio, aveva mutato il rito da ra accese”. Cosa debba intendersi per zolfo vivo lo chiari-
diurno a notturno e aveva portato le cerimonie di ini-
ziazione da tre giorni all’anno a cinque giorni al mese. 1 Da Tito livio, Ab urbe condida, lib. XXXIX, 13
Da quando la cerimonia si svolgeva in promiscuità fra
maschi e femmine, con in più la licenza ch’è favorita Nella pagina a fianco: sezione tridimensionale di un motore a getto
dalla notte, non c’era misfatto o colpa che venissero per utilizzo in ambito aeronautico.
capitolo quinto 1 5 3

