Page 197 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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Quanto a Von Braun il suo colossale razzo Saturn V co- avrebbe potuto significare la distruzione nel caso di un ne-
struito dalla NASA portò finalmente l’uomo sulla Luna il mico pronto a sferrare il primo terribile colpo. Una sorta
16 luglio del 1969 . di Pearl Harbor gigantesca, consentita dalle potenzialità
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strategiche dei bombardieri e dei vettori e dalle potenzia-
lità distruttive dell’energia nucleare. Unico deterrente mo-
Il motore nucleare strarsi sempre pronti a colpire, senza tempi di reazione per
brevi che potessero essere, in pratica una simmetrica forza
Il viaggio verso la Luna mise tra l’altro in evidenza l’im- distruttiva non intercettabile e neppure individuabile con
possibilità di andare realmente nello spazio con mezzi del certezza. Il che significò mantenere in navigazione peren-
genere per la assoluta inadeguatezza della loro propulsio- ne unità di superficie e, soprattutto, subacquee armate di
ne. Si prospettò pertanto il ricorso a forme energetiche di missili a testata nucleare e aerei sempre in volo con nei
gran lunga maggiori, più durature e meno ingombranti, vani bombe gli ordigni nucleari. Nel corso della guerra si
sostanzialmente simili all’energia nucleare che aveva ini- erano sperimentare proprio per incrementare l’autonomia
ziato a muovere sottomarini e grandi portaerei, tanto più di volo, ovvero il raggio operativo, dapprima dei serbatoi
che qualcosa del genere sia pure rozzamente già era sta- supplementari e quindi il rifornimento in volo, soluzioni
to realizzato. A stimolarne, infatti, l’impiego anche nella che nell’inedita esigenza, costituivano soltanto un insigni-
propulsione aerea fu l’instaurarsi della cosiddetta guerra ficante palliativo al problema. La soluzione sarebbe sta-
fredda non combattuta apertamente, ma non per questo ta una sorta di analogo aereo del sommergibile nucleare,
meno dilaniante. Il rischio di un suo esplodere divenne un’unità cioè capace di volare senza limiti di tempo con le
massimo quando entrambe le superpotenze ebbero in ab- sue sole riserve energetiche. E si pensò, appunto, al moto-
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bondanza ordigni nucleari di enorme potenza distruttiva, re nucleare .
che l’imprecisione dei missili vettori esistenti contribuiva
a far accrescere, nelle speranza di colpire così un prestabi-
lito bersaglio. Per esiti migliori si continuò ad affidarsi ai 4 Cfr. F.russo, F. russo, Techne. Il ruolo trainante della cultura mi-
tradizionali bombardieri, che alla fine del conflitto aveva- litare nell’evoluzione tecnologica, Età Contemporanea, tomo III
no raggiunto un ragguardevole livello di prestazioni, per (1946-2016), Nola 2016, pp. 90-99.
autonomia e carico utile (si fa per dire). Sotto e nelle due pagine seguenti: un Convair B-36 Peacemaker in
Il limite, però, stava proprio nella peculiarità intrinseca volo
della guerra fredda che
non essendo un conflitto
esplicito, cioè dichiarato,
né combattuto, ma sol-
tanto latente ed incom-
bente poteva in qualsiasi
istante trasformarsi in
effettivo per cui gli stru-
menti di ritorsione, in
nessun caso avrebbero
dovuto farsi trovare im-
preparati, nella fattispe-
cie a terra. Anche un
ritardo di pochi minuti,
3 Cfr. d. s. akens, Saturn
illustred chronology.Sa-
turn’s first eleven years april
1957through april 1968,
NASA 20 gennaio 1971.
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