Page 46 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
P. 46
decina di metri di diametro: in quanto tale sembrerebbe pre-
correre, oltre alle mongolfiere, anche i palloni frenati desti-
nati alla sorveglianza ed alla ricognizione bellica: sull’attua-
zione dell’ipotesi, tuttavia, non si hanno attendibili riscontri.
Significativi al riguardo gli studi del gesuita Francesco Lana
de’ Terzi, 1631-1687, che per molti aspetti anticiparono la
mongolfiera. Si occupò, infatti, attivamente del volo di un
mezzo più leggero dell’aria e la ricerca scientifica più signi-
ficativa da lui condotta fu esposta nella sua opera dato alle
1
stampe a Brescia nel 1670 .
Opera celebre soprattutto per il fantastico progetto di
“nave volante”, descritto dettagliatamente nel sesto capitolo
e illustrato da una famosissima tavola. Si trattò di uno dei
primi studi scientifici d’indubbia attendibilità sul tentativo
di realizzare un vascello volante più leggero dell’aria (an-
che se il concetto alla base della navicella sostenuta dall’aria
risulta basato su di un errore culturale che lo rendeva del
tutto irrealizzabile da un punto di vista fisico). Secondo il
progetto, mirante a “fabricare una nave, che camini sostenuta
sopra l’aria a remi, & a veli”, il velivolo doveva essere solle-
vato per mezzo di quattro sfere di rame, dalle quali doveva
essere estratta tutta l’aria. La chiglia sarebbe stata appesa alle
sfere di rame (di circa 7,5 metri di diametro), con un albero
a cui era attaccata una vela. Stando ai suoi calcoli, una vol- ra, descendere la gente? L’istesso accaderebbe nelle cor-
ta effettuato il vuoto nelle sfere, esse divenivano più leggere ti delle case private e nelle navi che scorrono il mar…
dell’aria e offrendo perciò una spinta ascensionale sufficien- anche senza descendere, con ferri che dalla nave [vo-
te a sollevare la barca e sei passeggeri. Nella stessa opera, lante] si gettassero a basso [essa potrebbe] sconvolgere
tuttavia, presagio del ruolo che un mezzo volante avrebbe i vascelli, uccider gl’uomini ed incendiare le navi con
3
rivestito nelle guerre del futuro, oltre 100 anni primai che un fuochi artificiati, con palle e bombe”.
essere umano si sollevasse per la prima volta a bordo di una
navicella sospesa a un pallone, che Dio non poteva, scrisse: Registrò anche quelle sue idee nel Prodromo, il cui pro-
getto ovviamente restò nell’ambito delle pure elucubrazio-
“permettere che una tale machina sia per riuscire nella ni pur insistendo su seri principî fisico-matematici, che gli
pratica, per impedire molte conseguenze che perturba- varranno di essere annoverato tra i pionieri dell’aeronau-
rebbero il governo civile e politico tra gl’uomini”. 2 tica. Oggi sappiamo che la realizzazione del progetto non
è possibile sotto il profilo pneumatico, perché la pressione
E dando prova di una certa lungimiranza aggiunse: dell’aria schiaccerebbe le sfere che, se mai fossero state
tanto robuste da resistervi, avrebbero avuto un peso supe-
“Chi non vede che niuna città sarebbe sicura dalle sor- riore alla spinta fornita. In definitiva il grande merito dello
prese, potendosi ad ogn’ora portar la nave [volante] a scienziato è di aver per primo applicato alla navigazione
dirittura sopra la piazza di esse e, lasciatala calare a ter- aerea il principio di Archimede, lo stesso che consente alle
navi di galleggiare sull’acqua e che nel 1783 porterà all’ae-
rostato dei fratelli Montgolfier.
1 Cfr. F. LAnA de’ terzi, Prodromo overo Saggio di alcune inventioni
nuove premesso all’arte maestra… per mostrare li più reconditi prin- 3
La citazione è tratta da M. MAjrAni, Aerostati-Veloci come il vento,
cipi della naturale filosofia, Brescia 1670. leggeri più dell’aria, 1999.
2 Il testo di lAnA de’ terzi fu riproposto per la sua presunta validità
anche dal capitano J. GrAdeniGo, Nuova raccolta di opuscoli scienti- Sopra: il frontespizio dell’opera del gesuita Francesco Lana de’ Terzi.
fici e filologici, Venezia 1784 tomo 40°, p. 131. Nella pagina a fianco: una tavola tratta dallo stesso volume.
4 6 IL SOGNO DEL VOLO

