Page 48 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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Geoglifici di Nazca bra di un albero! È seriamente credibile compiere tale
spossante lavoro, in un contesto dove occorreva portarsi
Dove però le tracce a terra del sollevamento umano persino l’acqua da bere, per non parlare del cibo essendo
sono per molti studiosi di gran lunga più enigmatiche, o la permanenza minima inevitabilmente di diversi giorni?
per molti altri più eloquenti, è in Perù, sul deserto alti- Certamente quei numerosi geoglifici, neologismo coniato
piano di Nazca a circa 400 km da Lima. Lì centinaia di per tentare se non altro di definirne la tipologia, possono
linee rette lunghe fino a 65 km, disegni e composizioni supporsi di finalità rituale, specialmente quando a sogget-
geometriche di proporzioni colossali che si susseguono to animale, ma nel caso di linee lunghissime o di complesse
sopra quella sorta di immensa lavagna, per una superfi- composizioni geometriche a cosa potevano servire?
cie di oltre 450 kmq sistematicamente evitata dalle piog- Vi è poi un’altra e risaputa constatazione: tutti i tracciati
ge degli ultimi dieci millenni. A prima vista l’inestricabile appaiono nitidi se osservati da un centinaio di metri d’al-
groviglio di innumerevoli striature non sembra suggerire tezza. Al di sotto, però, sono indistinguibili e al di sopra
che un faticoso passatempo collettivo o, a voler essere in- invisibili. Quasi scontato immaginare che, chiunque li ese-
dulgenti, un partecipato rituale religioso. Per dare un’idea guì, doveva poterli rimirare dall’alto, magari per dirigerne
dimensionale del fenomeno si tratta di oltre 13.000 linee, la corretta esecuzione: in che modo si sarebbe sollevato sul
che formano circa 800 disegni, alcuni dei quali lunghi deserto? Ed ancora una volta si ripresentano puntuali le
quasi duecento metri! due diverse modalità di ascensione, entrambe compatibi-
Ma per i remoti esecutori quegli enormi graffiti, al di li con la tecnologia locale vigente, ed entrambe risolutive
là della intuibile difficoltà del tracciato, implicarono co- al riguardo. In particolare sono stati ipotizzati dei grossi
munque lo spostamento di diverse migliaia di metri cubi aquiloni, agevolati dalle impetuose termiche che venivano
di pietrisco. Fatica compiuta sotto il sole battente e senza esaltati dall’arroventarsi diurno della sterminata pietraia,
il benché minimo refrigerio, fosse pure la modesta om- come pure delle rudimentali mongolfiere gonfiate con l’a-
ria calda, prodotta da roghi le cui vestigia nerastre ancora
si distinguono nel rigido crepuscolo mattutino.
Sotto e sulla destra nella pagina a fianco: alcuni tra i più spettacolari
geoglifici di Nazca, in Perù. Ad una conclusione del genere giunsero pure i primi stu-
Nella pagina a fianco, in alto a sinistra: Maria Reiche, studiosa che ha diosi che a partire da una prima osservazione si interessa-
dedicato la sua intera vita allo studio dei geoglifici di Nazca. rono seriamente di quei giganteschi disegni:
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