Page 113 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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Pipino morì nel 768: secondo la prassi vigente l’intero
               regno avrebbe dovuto spartirsi fra i suoi due figli, ma la
               prematura morte nel 771 del minore, Carlo Manno, evitò
               quel nefasto smembramento. Entrambe le porzioni finiro-
               no perciò concentrate nelle mani del primogenito Carlo,
               poi detto Magno (742-814), allora ventiseienne, e ci restaro-
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               no per i successivi 43 anni.  Di spirito avventuroso e sem-
               plice, Carlo si sentiva pienamente responsabile della difesa
               della Chiesa e della religione cattolica per cui, quando si
               verificò l’ennesima penetrazione longobarda in territorio
               pontificio, rispose subito alla richiesta papale di aiuto,
               scendendo in Italia nel 773. Sconfisse Desiderio e ne ac-
               quisì il trono nel 774, divenendo così, oltre che re dei Fran-
               chi, anche sovrano dei Longobardi. Seguirono decenni di
               campagne militari, lette dalla storiografia successiva alla
               stregua di un anticipo di crociate, sebbene a un meno apo-
               logetico esame esse risultino orientate al ben più prosaico e
               terreno obbiettivo del consolidamento dinastico. Infatti la

                  spinta all’espansione del potere carolingio non fu certo la
                  religione, bensì un ideale secolare: la lotta per il potere che
                  sempre ha dominato uomini e nazioni. L’ideale cristiano ri-
                  mase perciò subordinato e spesso nobilitò o mascherò tale
                  brama di potere. Solo più tardi ebbe un ruolo essenziale nel-
                  la fondazione dell’Impero che portò a compimento il proces-
                  so di affermazione di un’autorità universale in occidente. 25

                                                                       nito territorio posto a guardia della stessa, soggetto a una
                  Il perché di tale tardiva ortodossia è abbastanza sempli-
               ce da spiegare: reputando Carlo che la sua sovranità pro-  amministrazione militare: era in sostanza una riproposi-
               venisse direttamente da Dio, l’essere eretico, ateo o non   zione dell’antica concezione romana delle colonie, appena
               credente significava in pratica non riconoscerla, esentan-  aggiornata dall’adozione della cavalleria. Fu la premessa
               do perciò dal vincolo di obbedienza e fedeltà. A questo   istitutiva dell’Austria, coincidente con la Marca Orientalis;
               punto per gli assoggettati non cristiani restavano due sole   negli anni seguenti altre analoghe l’avrebbero affiancata.
               alternative ancora più spietate della consuetudine islami-  Anche contro gli Slavi, Carlo condusse una guerra spie-
               ca: accettare la conversione con il battesimo, senza alcun
               tentennamento futuro in materia di credo e di pratica, o
               l’eliminazione fisica. Tra i primi a sperimentare siffatto           Danubio                   Dniestre
               integralismo furono i Sassoni a nord, subendo spaventosi
               massacri. Seguirono gli Avari a est, che si erano insediati      Longobardi
               nella valle del Danubio: la loro fiera resistenza valse solo      611 568     Avari
               a provocare il radicale sterminio dell’etnia che scompar-
               ve così dalla Storia. Per rendere la situazione irreversibile
                                                                          Ravenna           Sirmio  Viminácio
               Carlo istituì nella regione una marca, ovvero un ben defi-                        Singiduno       Zicídiba  Tomis
                                                                                                        Raciária  Nicópolis  Záldapa
                                                                                       Salona                   Iatro
                                                                                                      Aquis  Esco     Odesso
                                                                       Longobardi                     Naísso  Nova
                                                                                          Narona         Sérdica     Anquíalo
                                                                         Roma                     Justiniana
               24   Un’attenta ricostruzione della biografia di Carlo Magno è fornita da           Prima         Adrianópolis
                                                                                                     Escupi  Filipópolis  Drizípera
               G. GRANZOTTO, Carlo Magno, Mondadori, Verona 1978.                              Impero Bizantino       Heracleia
               25   G. SEELIGER, Conquiste e incoronazione a imperatore di Carlomagno,                   Salonicco  Constantinopoli
               in Storia del Mondo Medievale..., cit., vol. II, pp. 359-60.

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