Page 110 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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nato, della quale qualche esempio ancora sopravvive in Italia
               meridionale in Francia e in Gran Bretagna (estremo retaggio
               dei Normanni che se ne avvalsero per consolidare le loro con-
               quiste) non eccedeva i 10-15 metri di altezza, con una confor-
               mazione perfettamente tronco conica e una pendenza massi-
               ma prossima al 100% (45°). Al riguardo, tuttavia, va osservato
               che soltanto i terreni argillosi potevano sopportare le motte
               più ripide, mentre in quelli sabbiosi la pendenza scendeva ai
               30°. Per ovviare a questo inconveniente, spesso nell’accumulo
               del terreno di riporto si interponevano strati di argilla, pie-
               trisco o grossi blocchi di roccia, che venivano in tal modo a
               formare una sorta di nucleo stabile dell’altura. Analogamen-
               te, anche la pendenza della scarpa dei fossati risentiva della
               tipologia di terreno, e comunque consentiva crescenti ripidità
               col crescere dell’ampiezza. Il vero problema delle motte era
               rappresentato dalle acque meteoriche che, in assenza di un
               efficace sistema di drenaggio, avrebbero in breve eroso la col-
               linetta provocandone lo smottamento graduale. 20



               20   A. SETTIA et.al., Fortificazioni di terra in Italia: motte, tumuli, tumbe,
               recinti: Atti del Convegno, Scarlino, 14-16 aprile 2011.

               In questa pagina: dettagli della motta a Saint-Sylvain d’Anjou, Paesi del-
               la Loira, Francia.
               Nella pagina a fianco: raffigurazione di combattimenti ai piedi delle
               motte. Sopra, in frammento del Tapiz de Bayeux, XI sec.; sotto in un
               particolare dell’arazzo di Bayeux, XI sec.
                                                                                               La spianata sulla sommità, per-
                                                                                            ciò, non risultava di considerevole
                                                                                            diametro, forse dell’ordine dei 20-
                                                                                            30 metri, in pratica quanto bastava
                                                                                            per l’impianto di una torre, l’ele-
                                                                                            mento preminente dell’intera strut-
                                                                                            tura difensiva. Attorno, aderente al
                                                                                            ciglio tattico della motta, una pa-
                                                                                            lizzata, spesso il raddoppio di una
                                                                                            similare posta alla sua base lungo
                                                                                            il bordo interno del fossato. Il si-
                                                                                            stema motta-torre costituiva una
                                                                                            sorta di proto-castello la cui validi-
                                                                                            tà, ancorché limitata alle semplici
                                                                                            scorrerie brigantesche mai del tut-
                                                                                            to eliminate, si protrasse per oltre
                                                                                            un secolo, sopravvivendo nei paesi
                                                                                            marginali anche più di due. Una
                                                                                            descrizione coeva di una struttura
                                                                                            del genere fu redatta da un certo
                                                                                            Jean de Colmie intorno al 1130: ri-




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