Page 105 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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membri e un omogeneo armamento, dai cavalli alle co-    la dotazione e l’equipaggiamento d’ordinanza. A rendere
               razze, dagli scudi alle lance, tutti generi costosissimi. In   vincolante l’accordo fu imposto il giuramento di fedeltà.
               particolare in                                          Pertanto nella: «prima età feudale, col termine “cavaliere”
                                                                       s’indicava, anzitutto, talora una condizione di fatto, talaltra
                  uno scontro tra forze montate così come più tardi fra carri   un vincolo giuridico, ma puramente personale. Ci si diceva
                                                                                                              16
                  armati oppure in una battaglia navale la superiorità si otte-  “cavaliere” perché si combatteva a cavallo.»
                  neva combinando insieme gittata, protezione e velocità. La   Le conseguenze, come già era avvenuto 1800 anni prima
                  gittata dipendeva dalle lance più lunghe e quindi più pesanti.   con l’avvento del carro da guerra, furono rilevanti e, para-
                  La protezione era assicurata dalle armature rappresentate in un   dossalmente, non tanto sul campo di battaglia quanto nella
                  primo tempo da cotte di maglia, lunghe dal collo alle ginocchia:   società. Infatti
                  un articolo di equipaggiamento molto costoso e, dopo il cavallo,
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                  l’oggetto di maggior valore che il cavaliere possedeva.    ogni volta che una forza superiore finisce nelle mani di un gruppo
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                  Per farsi una vaga idea di quale fosse lo sforzo econo-  ficile per il potere centrale impedire a queste persone l’intercetta-
               mico richiesto per una simile dotazione basti pensare che   zione della maggior parte delle eccedenze agricole per il consumo
               ancora due secoli dopo: «in Francia, nell’XI secolo, un    sul posto. La conseguenza di tale situazione è il “feudalesimo”. 17
               cavallo costa 100 sous; un contadino servo vale 38 sous.
               Una corazza ha un prezzo pari al reddito annuale di un     Quanto all’ambito militare, e sempre per i cospicui one-
               terreno di media grandezza».  Occorreva inoltre risolvere   ri che tale istituzione comportava, anche lo sfruttamento
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               il problema del mantenimento di quegli uomini che, pro-  del successo subì vistose modifiche poiché
               prio perché impegnati a tempo pieno, non potevano più
               espletare alcuna attività remunerativa. Ovvio quindi che   all’uccisione del nemico subentra la cattura. Ora interessano
               l’aspetto finanziario complessivo apparisse, se non l’unica,   il prezioso cavallo, le armi, gli ornamenti dell’avversario, e poi an-
               la principale difficoltà del progetto. Soppesata la questio-  che il denaro per il riscatto del prigioniero. La massa armata non
               ne e rifacendosi alla tradizione germanica, Carlo Martello   nobile, gli avversari di stirpe e di fede diversa e di origine diversa,
                                                                                                                          18
               istituì un’apposita classe di guerrieri, scelti fra i sudditi più   vengono abbattuti o impiccati come i contadini del proprio paese.
               prestanti. A essi venne affidata una proprietà terriera, in ge-
               nere ricavata dai possedimenti della Chiesa, il cui reddito   Questo, sia pure implicitamente, significò un diverso valo-
               avrebbe dovuto consentire a ciascun membro di provvede-  re della vita a seconda della classe di appartenenza, disparità
               re all’armamento e alla sussistenza. Non si trattava ancora   peraltro già esistente nella normativa legale vigente all’interno
               di un feudo nella pienezza del termine, ma di un beneficio   della società, che trovava la sua ragion d’essere originaria nel-
               personale, una sorta di indennità, in cambio del quale il   la dissimile esposizione ai rischi bellici e nei relativi obblighi
               designato accettava l’obbligo della prestazione o servizio   comportamentali, supposti ineludibili. Infatti, la preminenza
               militare ogniqualvolta il sovrano lo avesse richiesto, con   accordata ai guerrieri era in, una certa misura, una sorta di
                                                                       compenso per il potenziale estremo sacrificio che implicava
                                                                       la loro attività a difesa della comunità. Da quel momento, in-
               14   M. HOWARD, La guerra e le armi nella storia d’Europa, Laterza, Bari
               1978, p. 7.                                             vece, i privilegi di classe si confermarono anche sul campo di
               15   F. HERR, Il Medioevo, Il Saggiatore, Verona 1966, p. 27. In realtà non   battaglia, dove chi rischiava maggiormente la vita era appun-
               solo l’allevamento dei cavalli era poco sviluppato in Europa, ma soprat-
               tutto mancava la particolarissima razza compatibile con l’impiego belli-
               co. Infatti, precisa B. MONTGOMERY, Storia delle guerre, Rizzoli, Milano
               1970, p. 156: «non era facile per un cavaliere procurarsi un cavallo adatto,   16   M. BLOCH, La società feudale, Einaudi, Torino 1972, p. 356.
               sufficientemente allenato a non fuggire o a non farsi prendere dal panico   17   W. H. MC NEILL, Caccia..., cit., p. 18.
               durante la battaglia e, in più, abbastanza veloce da poter prendere parte   18   F. HERR, Il Medioevo..., cit., p. 28. Ribadisce il concetto A. MARCHEG-
               a una carica a briglia sciolta. Un cavallo di tal genere doveva venir alle-  GIANO, Il diritto umanitario e sua introduzione nel regolamento dell’Esercito
               vato e addestrato in maniera particolare.» Più in dettaglio puntualizza a   Italiano, Ufficio Storico SME, Roma 1990, vol. I, p. 33: «Anche le troppo
               riguardo M. HOWARD, La guerra..., cit., p.7: «La velocità della cavalcatura   celebrate regole della cavalleria avevano un’applicazione molto varia ed
               non doveva essere ottenuta a spese della potenza richiesta dall’accre-  effetti, tutto sommato, né consistenti né durevoli; comunque rispondeva-
               scimento del carico; venivano quindi allevati speciali esemplari equini   no esclusivamente a una solidarietà di classe, quella dei nobili, e dai loro
               particolarmente idonei a portare pesi e a resistere da fermi, e insieme   benefici erano escluse le masse, armate o inermi che fossero». In realtà per
               capaci dello sforzo subitaneo a cui erano sottoposti durante la carica».  quanto detto sarebbe più coerente parlare di solidarietà di censo.



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