Page 12 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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Nessuna meraviglia, allora, che in un singolare di-
spositivo varato dall’imperatore Federico II (1194-1250)
nei primi decenni del XIII secolo, si scorgano significa-
tive anticipazioni di quei dispositivi preposti all’ordine
interno e alla pubblica sicurezza in tutti i moderni Stati.
La sua capillare rete di controllo territoriale, infatti, i
cui gangli erano affidati a piccolissime guarnigioni mi-
litari di 3-4 soldati di assoluta fedeltà insediati in al-
trettanti castelli, vincolati a rigide norme di servizio e
selezionati in base a precise competenze, precorre per
molti aspetti l’odierna rete di controllo territoriale af-
fidata ad apposite formazioni militari insediate a loro
volta in altrettante stazioni. L’istituzione, anche se non
riuscì ad annientare la protervia baronale e l’arbitrio
feudale, ne ridusse enormemente potere e soverchierie,
lasciando presagire l’irreversibile e imminente scom-
parsa di quel coacervo di soprusi e prepotenze la cui
spartizione territoriale, inizialmente, ben poco differiva
dalla dinamica mafiosa, e che solo un’ipocrita denomi-
nazione poteva definire nobiltà. A quelle scheletriche
guarnigioni vennero affidate varie centinaia di castelli,
materializzazione visiva e funzionale dell’onnipresenza
dello Stato e della sua forza armata, preposta alla tutela
dell’ordine interno in tempo di pace, sotto la guida e il
controllo di un’oculata magistratura, e alla difesa dello
Stato in tempo di guerra. Idea e concezione che, con la
scomparsa dello Svevo, rapidamente cessarono di esiste-
re, ma non di essere ricordate e che anzi continuarono,
In alto: miniatura medievale raffigurante Federico II a caccia col falcone.
A lato: foto aerea del castello di Bari.
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