Page 128 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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agli ordini del generale Maniace sbarcò a Messina, accolto, se
non proprio amichevolmente, di certo non ostilmente dagli
estemporanei alleati musulmani. Tra le sue file, oltre ai militi
della guardia varega, spiccava un contingente di indisciplinati
mercenari dai biondi capelli: i Normanni. Stando alle fonti,
essi non eccedevano le 500 unità: era infatti la prima volta che
Bisanzio arruolava soldati per una sua campagna mediterra-
nea tra quella genia di rinomati razziatori.
Alcune saghe vichinghe rievocano confusamente l’episo-
dio, tramandando che un loro celebre mercenario, un certo
Harald, nel 1034
con un seguito personale di cinquecento guerrieri, si recava a
Bisanzio ed entrava nel servizio imperiale […]. Era un profes-
sionista che combatteva su qualsiasi teatro di operazioni dove
lo mandasse il suo datore di lavoro […][e] l’imperatore […] lo
inviò con la sua compagnia in Sicilia perché l’esercito bizanti-
no stava conducendo una guerra in quell’isola. Ed egli vi andò
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e fece possenti imprese.
Il fratello di Harald, imitandolo, così ricordava: «anch’io
combattei per l’imperatore […] appena raggiunta Messina
L’incredibile scena, nella brulla distesa del Tavolie- […][fui nominato] spatharokandates [condottiero]». Ovvia-
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re dopo la battaglia di Cividale del 18 giugno del 1053, di mente, come era già accaduto ai loro predecessori arruolati dai
papa Leone IX (1002-1054) prigioniero dei Normanni, capo Bizantini, nell’occasione oltre a sperimentare l’inconsisten-
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di un esercito sconfitto, ma riverito dai vincitori, umilmen-
te genuflessi al suo cospetto in quanto capo spirituale della
cristianità, fa da prologo alla nascita del primo grande Sta- 12 G. JONES, I Vichinghi, Newton Compton, Roma 1978, pp. 428-29,
to peninsulare. Nonostante ciò, la bramosia di conquista dei nota n° 6.
guerrieri del Nord non si era affatto placata stimolando, anzi, 13 Ibidem.
la loro ingerenza in ulteriori belligeranze intestine. In Sicilia,
da secoli ormai islamizzata, divampava una violenta contesa
fra i diversi pascià e l’emiro, pedissequa replica della più re-
mota contrapposizione tra i baroni bizantini e l’imperatore,
a suo tempo sfruttata dai Saraceni per sottrarre l’intera Isola
ai due contendenti. E così nel 1030, reiterando quel dimen-
ticato copione, l’emiro disperando di ridurre all’obbedienza
i suoi riottosi vassalli, sollecitò Bisanzio affinché inviasse un
corpo di spedizione per aiutarlo a riaffermare la sua compro-
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messa sovranità. Dopo breve tempo, un esercito imperiale
10 J. N. D. KELLY, Vite dei Papi, Asti 1995, pp. 255-57.
11 F. RUSSO, La difesa costiera del regno di Sicilia dal XV al XIX secolo,
Roma 1994, tomo I, pp. 23-29.
In alto: Leone IX raffigurato nel Passionario di Weissenau (XII sec. ca.).
A fianco: Prosper Lafaye, Ruggero I di Sicilia alla battaglia di Cerami nel
1061, collezione del Musée de l’Histoire de France, castello di Versaille.
Nella pagina a fianco: Ruggero riceve la corona da Cristo, mosaico presso la
Chiesa della Martorana, Palermo (XII sec.).
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