Page 22 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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chine ossidionali, oltre che estrema ostentazione della suo splendore, si avviava come tutte le istituzioni uma-
supremazia balistica imperiale, ultima risorsa ostativa ne al suo inesorabile declino. Un primo indiscutibile
delle pavide guarnigioni. Nel IV secolo infatti indizio, tuttavia, potrebbe ravvisarsi nelle tracce che il
cristianesimo era riuscito a lasciare persino nelle cittadi-
le legioni non disponevano più del complemento organico ne vesuviane in pochi decenni di divulgazione. Non si
di artiglieria e, a parte alcuni corpi separati di artiglieria trattò, almeno inizialmente, di istanze disgreganti, ma
legionaria, […] sembra che le macchine di artiglieria siano del manifestarsi di una sensibilità sociale profondamen-
state usate in gran numero solo per la difesa di posizioni te innovativa e antitetica, anticipatoria di una netta re-
fisse (tormenta muralia). Poiché queste armi, piazzate su pulsione verso qualsiasi forma di violenza. Di certo, nei
torri e bastioni, non potevano essere spostate in modo di secoli che seguirono, la combattività delle legioni iniziò
ottenere una forte angolazione, non era possibile dirigere vistosamente a decrescere: la stessa professione militare
il tiro contro gli assalitori che si trovassero vicino alla base non esercitava più alcun fascino o richiamo sui sudditi
del muro. L’ampia falsabraga aveva dunque lo scopo di te- dell’Impero, magari per motivazioni e istanze opposte
nere gli avversari in un’area che era possibile colpire con a quelle predicate dal cristianesimo, ma concordi nei
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il lancio di proiettili. risultati. Nel frattempo la pressione dei barbari sui li-
mes vide un temibile incremento, e l’approntamento di
Un’altra emblematica mutazione dei canoni dell’ar- interminabili linee ostative fortificate costituiva già di
chitettura militare imperiale relativa alle cerchie urbi- per sé un implicito riscontro, se non di debolezza, di
che, anch’essa precorritrice del Medioevo, concerne la esaurimento della spinta espansionistica.
posizione al loro interno delle abitazioni. Fino a quell’e- Con l’avvento del III secolo, la situazione militare
poca la peggiorò ulteriormente lungo tutte le frontiere, in par-
ticolare a ridosso di quelle europee. Presumere di con-
pratica caratteristica dei romani (che continuò a quanto tenere la crescente pressione con una difesa di sbarra-
pare, fino al IV secolo inoltrato) consisteva nel separare, mento – la stessa cioè dei secoli precedenti – divenne
mediante un’ampia strada (via sagularis), le zone di abita- manifestamente assurdo, sebbene l’alternativa, la difesa
zioni dalle mura di cinta […]. Ma dalla metà del IV secolo elastica, lasciasse prefigurare costi sociali tragici, e costi
in poi, si cominciarono a costruire delle baracche appog- materiali immensi. Sarebbe stato indispensabile, infat-
giate alla faccia interna delle mura, per offrire ad ambe- ti, estendere l’adozione delle massicce opere anche alle
due una maggior sicurezza. In questo modo le abitazioni città più interne e arretrate rispetto alla linea di con-
risultavano meno illuminate e meno confortevoli, ma allo fine, abbandonando alla loro sorte tutte le altre non
stesso tempo era questo un mezzo economico per aumen- ugualmente trasformabili o troppo avanzate per essere
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tare lo spessore delle mura. soccorse in tempo utile. La scelta, di per sé dolorosa,
non ammetteva ormai alcuna dilazione e meno che mai
Da ciò si deduce implicitamente un radicale muta- alcun ripensamento. In pratica la
mento dello stile di vita, poiché, a causa della condivi-
sione di una comune precaria condizione esistenziale, caratteristica generale delle strategie di difesa “in pro-
vennero via via a sfumare le identità precipue dei milita- fondità” è quella di un difesa “arretrata”, a differenza
ri e dei civili, in particolare dei contadini. della difesa “avanzata” tipica della strategia precedente.
In entrambi i casi, il nemico deve essere intercettato con
sicurezza, ma mentre la difesa “avanzata” prevede l’inter-
1.2. La difesa elastica e le sue conseguenze cettazione degli avversari oltre il confine, in modo che
all’interno di questo possa continuare la vita pacifica de-
Quando i lapilli e le ceneri del Vesuvio ricoprirono gli abitanti, la difesa “arretrata” prevede l’intercettazione
la sfortunata cittadina di Pompei, nulla lasciava presa- solo nell’ambito del territorio imperiale, affidando alle di-
gire che il grandioso edificio imperiale, all’apogeo del fese localizzate di forti, città e perfino di fattorie fortifica-
te il compito di contenere i danni. Il precedente sistema di
difesa “di sbarramento” era stato chiaramente superiore
10 Ivi, p. 220.
11 Ivi, p. 222. per i benefici che garantiva alla società, ma era eccessiva-
18 il controllo del territorio

