Page 51 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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Il martello
L’arma deriva, come ancora una
volta il nome rievoca, dal notissimo
attrezzo del faber, presente in tutte
le aziende agricole, non di rado mu-
nito di rostri o cunei per spaccare
la legna o le pietre. Dimostratasi ef-
ficace nei combattimenti rusticani,
se ne ricavarono delle varianti per
l’impiego militare, capaci di rom-
pere i coriacei gusci d’acciaio dei
cavalieri. Lo si definì martello per
uomini d’arme o martello d’arme e
se ne conoscono numerose fogge: il
manico era in metallo e aveva un’e-
stremità del corpo piatta e spessa,
la cosiddetta bocca, mentre quella
opposta era appuntita e ricurva, e
prendeva il nome di penna.
Il correggiato
Tra gli attrezzi contadini, usati
fino a pochi decenni or sono, vi
era uno strano bastone articolato,
formato da un unico pezzo snoda-
to o due raccordati con corregge
di cuoio. Col correggio uomini e
donne, schierati in due file oppo-
ste, battevano le spighe e i baccelli
per liberarne i chicchi. L’attrezzo,
munito di chiodi nella parte mobi-
le, si trasformò in un’arma definita
mazzafrusto, impiegata tra il XIII e
il XVI secolo. Il raccordo di cuoio
del tipo agricolo fu presto sostitui-
to da una catena e la chiodatura da
una sfera ad aculei, divenendo così
una variante di gran lunga più effi-
cace della mazza da guerra.
Nella pagina a fianco: repertorio di armi ru-
stiche derivate dal forcone agricolo e maz-
za chiodata.
In questa pagina: sopra, martello da com-
battimento; sotto, correggiato agricolo.
parte prima - la fine del mondo antico 47

