Page 56 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
P. 56
senza aver nemmeno potuto stabilizzare le recenti conquiste,
soffocando definitivamente ogni estrema sacca di resistenza.
Come facilmente prevedibile, non trascorse molto tempo che
la reazione dei Goti superstiti si scatenò: avviarono infat-
6
ti, sotto il comando di Totila, una spietata riconquista. Per
Bisanzio fu giocoforza allora rispedire il vecchio Belisario a
fronteggiare i bellicosi Goti, sebbene la forza militare con-
città principali di queste province a lui si rendono per lo terrore cessagli fosse sensibilmente inferiore alle necessità, perfino
delle sue armi, e molto più per spavento de’ Goti […]. La Cam- a quella, già esigua, della campagna precedente, ascendente
pania solamente contrastò per quanto le sue forze poterono. 4 ad appena 7500 uomini; per contro quella nemica andava di
giorno in giorno accrescendosi. Senza dilungarci eccessiva-
Nonostante ciò, e nonostante le sue poderose fortifica- mente sulla questione, va ricordato solo che l’interminabile
5
zioni, in poche settimane, forse grazie a un tradimento , guerra gotica pervenne alla fase conclusiva sotto il comando
anche Napoli fu costretta a capitolare. Il tempo di raggiun- dell’eunuco Narsete (478-574), a partire dal 549 , allorquando
7
gere Roma e il 10 dicembre del 536 pure l’Urbe spalancò
le porte a Belisario acclamandolo liberatore. Seguì una
6 Precisano al riguardo R. FOLZ et al. Origine e formazione dell’Europa
serie di scontri minori che non riuscirono comunque ad
Medievale, Laterza, Bari 1975, pp.945: «Se Teodorico aveva rispettato con
arrestare il dilagare bizantino, tant’è che Ravenna venne convinzione e scrupolo i quadri dell’Italia romana, la stessa cosa non
espugnata nel 539. può dirsi degli ultimi re goti. Stretti in una situazione senza uscita dagli
Purtroppo, le crescenti gelosie sollevate in patria dai tra- eserciti «romani» ancor più barbari dei loro, Totila […] e poi Teia […] ac-
cumularono rovine intorno a loro […] Roma privata dei suoi acquedotti,
volgenti successi costrinsero il generale a lasciare l’Italia l’an-
non era più che un campo di rovine dove vegetava il papato, la classe se-
no successivo, senza aver potuto ultimare la sua missione e
natoria era dispersa, l’esercizio delle principali magistrature interrotto.»
7 B. MONTGOMERY, Storia delle guerre, Rizzoli, Milano 1970, pp. 138-41.
4 P. GIANNONE, Istoria civile del Regno di Napoli, Como 1970, vol.I, In alto a sinistra: Giustiniano raffigurato su un mosaico in San Vitale
p. 243. a Ravenna. et al.
5 Circa la penetrazione per tradimento nella città attraverso il suo acque- In alto a destra: presunto ritratto di Belisario in un mosaico della Basi-
dotto: B. MICCIO, U. POTENZA, Gli acquedotti di Napoli, Napoli 1994, p. 28. lica di San Vitale a Ravenna.
52 il controllo del territorio

