Page 58 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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2.2. I Longobardi
Contrariamente alla loro tradizionale prassi bellica, i Bi-
zantini, nel corso del lungo conflitto, non si avvalsero del
supporto di sofisticate fortificazioni scaglionate nei punti
nodali della Penisola. Il perché dipese probabilmente da
una serie di ragioni concomitanti. In primo luogo il processo
di riconquista del territorio non fu né rapido né lineare come
invece era accaduto in altri casi: la forte resistenza opposta dagli
Ostrogoti e la oggettiva difficoltà da parte imperiale di mettere
in campo un contingente militare adeguato determinarono il
prolungarsi delle ostilità e le alterne fortune di una guerra che
terminò proprio nel momento in cui le prime avvisaglie della
crisi lungo le frontiere balcanica e orientale richiedevano lo spo-
stamento di uomini e risorse verso quei quadranti ritenuti vitali
per l’impero. In secondo luogo i Bizantini conservarono il totale
controllo della penisola solo per poco più di un decennio: l’in-
vasione longobarda iniziata nel 568 determinò nel giro di po-
chissimi anni una frammentazione del territorio italiano tant’è
che alla fine del secolo sotto il controllo imperiale rimanevano
sovrano, Teia, che si batté con disperato valore finché
solo l’Esarcato, alcune regioni costiere (Liguria, parte del Ve-
neto, della Campania e forse dell’Abruzzo, Puglia e Calabria)
un giavellotto lo uccise. I romani mozzarono il capo al ca-
e le isole di Corsica, Sardegna (annessa amministrativamente
davere, lo infilzarono su di una lancia e lo issarono in alto all’Africa) e Sicilia. In questo quadro il problema della difesa
perché tutti lo vedessero, dall’una parte e dall’altra […]. Ma del territorio italiano dovette quindi porsi essenzialmente in
neanche allora i Goti si arresero. Fino a notte continuarono
termini di fortificazione delle città principali e di controllo sulle
a combattere, benché sapessero che il re era morto […] alle 10
vie di comunicazione e sulle istallazioni portuali.
prime luci del nuovo giorno ripresero gli scontri che si pro-
trassero fino a notte […]. Finalmente i barbari inviarono a Al seguito di Narsete, durante la terribile riconquista della
Narsete alcuni dei loro uomini più in vista e gli fecero sapere Penisola, combatté anche un contingente di circa 5000-6000
che si erano resi conto di combattere contro la volontà di Dio
uomini provenienti da un esiguo gruppo etnico, i Longobar-
[…][per cui] erano pronti a deporre le armi […] a patto di
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di, originario del basso Elba, di stirpe germanico-sassone.
potersi ritirare indisturbati […]. Narsete accettò […][e] gli Le prime notizie in merito rimontano al 4, quando il loro
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ultimi mille combattenti non disarmati si ritirarono.
aiuto risultò determinante per la riuscita dell’agguato nella
selva di Teutoburgo, che portò all’eccidio di tre intere legioni
La lunghissima guerra si rivelò la più atroce delle ca- romane agli ordini di Varo. Intorno al 165, i Longobardi si
tastrofi abbattutesi in tutta la sua storia sulla Penisola. spostarono verso la Pannonia, quindi verso l’Ungheria, per
Tanto i barbari quanto gli imperiali si abbandonarono tornare ancora in Pannonia intorno alla metà del VI secolo.
a ogni sorta di devastazioni e di efferatezze, provocando In tale scorcio storico entrarono in contatto con i Bizantini,
un drastico abbrutimento della società coeva. allorquando si prestarono a contenere la pericolosa inva-
sione dei Gepidi che, dopo la morte di Attila, premevano
sul corso inferiore della Sava. L’operazione avvenne qua-
9 H. SCHREIBER, I Goti, Garzanti, Milano 1981, pp. 23-56.
In alto: la morte di Teia nella battaglia dei Monti Lattari, incisione su
rame di Joseph Fuchs, seconda metà del XIX sec. 10 E. ZANINI, Introduzione all’archeologia bizantina, Carocci, Roma
Nella pagina a fianco: vista aerea della fortezza di Kale a Skopje, Macedonia. 1994, pp. 19-67.
Nelle pagine seguenti: al fortezza di Bada Vida, presso Vidin in Bulga- 11 D. OBOLENSKY, Il Commonwealth bizantinoL’Europa orientale dal 500
ria, sorta sulle rovine del quadriburgo romano di Bonomia. al 1453, Laterza, Bari 1974, pp.6-14.
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