Page 62 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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Il mastio rappresentò perciò la soluzione precipua dell’in-
castellamento altomedievale acquisendo, nel corso dei quat-
tro secoli che lo videro protagonista, tutte le possibili confi-
gurazioni strutturali, da quella cilindrica a quella poligonale,
dalla prismatica quadrata alla triangolare. Fu, sotto diversi
aspetti, la premessa del dongione normanno o della residenza
fortificata sveva, come l’archetipo della casa torre dei comu-
ni medievali e delle torri masserie rinascimentali, tutte solu-
zioni difensive di modico costo e di modeste prestazioni, ma
validissime contro investimenti scoordinati, quali sommos-
se, faide e assalti briganteschi. Si trattatava, in definitiva, di
strutture funzionali a respingere iniziative offensive simili agli
assedi dei Longobardi, guerrieri senza dubbio bellicosi, ma
assolutamente incapaci di condurre razionalmente un assedio
anche contro la più scalcinata delle fortificazioni.
Che i Longobardi fossero bellicosi guerrieri, i Bizantini lo
sapevano da tempo ma nel corso della guerra gotica ebbero
anche modo di constatare che, a causa della loro indole fero-
ce e refrattaria a qualsiasi disciplina militare, non ne tornava
attuabile alcuna irreggimentazione. Pertanto, conclusa la cam-
pagna, congedarono il contingente rimpatriandolo. Disgrazia-
da allora l’elemento caratterizzante della fortificazione me- tamente, l’allontanamento avvenne troppo tardi: a quel punto
dievale più arcaica, destinato a persistere a lungo anche nei molti di loro avevano già avuto modo di realizzare con grande
primi castelli. In essi tali torrioni, vistosamente eccedenti le precisione la debolezza e la ricchezza del Paese. Dalle scarne
altre torri per le dimensioni in pianta e in altezza, assolse- fonti dell’epoca apprendiamo che Narsete, esaurita la ricon-
ro preminentemente alla funzione di dominio e di estrema quista, per frustrare qualsiasi sgradita futura penetrazione in-
resistenza. Costituirono infatti, di regola, la residenza abi- sediò in alcune fortezze del Nord e dell’interno della Penisola
tuale del feudatario, del tutto isolata dal resto dell’intera un certo numero di guarnigioni. Ne derivarono almeno quat-
fortificazione circostante, quasi una sorta di castello nel ca- tro ducati, oculatamente dislocati lungo le frontiere, ciascuno
stello. Tale supremazia è ben emblematizzata dal nome che comandato da un magister militum. Geograficamente venne-
li designò: mastio o maschio. Non rara, inoltre, anche la de- ro così ubicati: uno nei pressi di Cividale, due in prossimità
finizione di torre mastra, termine linguisticamente diverso, dei laghi Maggiore e di Como e un altro in corrispondenza
ma concettualmente identico e sottintendente, comunque, dei valichi delle Alpi Graie e Cozie. Secondo la prassi bi-
un ruolo difensivo predominante. zantina è credibile che il reclutamento e l’addestramento
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dei relativi soldati, definiti limitanei, fosse effettuato diretta-
mente in ciascun distretto. A quei particolari militari veniva
14 Ricorda al riguardo G. CACIAGLI, Il castello in Italia, Giorgi & Gambi,
Firenze 1979, pp. 82-88: «Il mastio così chiamato da maitre francese, fatto obbligo soltanto della difesa delle fortezze in cui erano
nel significato di padrone (donde il tedesco meister), o da maschio, per di stanza, i castra, e delle città di frontiera limitrofe, le civi-
indicare la torre più alta e robusta, è da considerarsi il primo e più
importante elemento architettonico del castello, anche se proprio per
questo il più soggetto a trasformazioni o restauri. Altri nomi per questo il mastio ha continuato a rappresentare il baluardo estremo, il simbo-
elemento architettonico sono […] torrione, o torremaestra (derivando lo concreto dell’autorità ivi dominante, la sua conquista decretando il
l’aggettivo di nuovo dal francese “maitresse”, oppure cassero per l’origi- decisivo possesso dell’intero fortilizio. Nei tempi più remoti il mastio
naria funzione di vedetta, o per la sua diretta derivazione dalle torri di costituiva scolta avanzata e insieme abitazione, sicché propose subito la
legno costruite appositamente durante le operazioni belliche e che, par- necessaria soluzione di importanti esigenze logisticomilitari. Perciò era
ticolarmente in Toscana, presero nome in diretta analogia con le gabbie suddiviso, già allora, in vani sovrapposti, con scarsi disimpegni oriz-
di vedetta sugli alberi delle navi. Comunque venga chiamato, il mastio zontali, che comunicavano fra loro per mezzo di botole incolonnate.»
consiste in una torre che, pur in seguito a successive elaborazioni, rima-
ne la più massiccia e la più alta dell’intero complesso. Più alta per mole In alto a sinistra: i ruderi della fortezza di Matochina, nel Sud-Est
e anche per dislocazione in quanto situata nel punto più sopraelevato dell’attuale Bulgaria.
del rilievo su cui poi è stato eretto il castello, nell’interno del quale Nella pagina a fianco: il castello di Lettere, sui monti Lattari, in Campania.
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