Page 65 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
P. 65

residuo dell'originaria orda progressivamente assottigliata
                                                                       dai tanti stanziamenti. I Longobardi, infatti


                                                                          arrivarono certamente nel Mezzogiorno con una parte ristretta
                                                                          del loro già modesto contingente demografico: non più di due
                                                                          o tre decine di migliaia di persone in tutto, fra guerrieri e ri-
                                                                          manente popolo, nella più generosa delle ipotesi. Il successo di
                                                                          questo così esiguo inserimento è, tra l’altro una controprova del
                                                                          grande vuoto umano che esso dové trovare sulle montagne del
                                                                          Mezzogiorno, alle quali altro elemento significativo sostanzial-
                                                                          mente si arrestò, senza avere la forza di andare oltre i margini
                                                                          delle aree contigue (campane, pugliesi, calabresi, lucane) dove
                                                                          il popolamento precedente era ancora relativamente consisten-
                                                                                                                   19
                                                                          te o i presidi bizantini erano più fortemente attestati.

                                                                          È interessante ricordare che all’epoca la popolazione pre-
                                                                       sente nel meridione non doveva superare il milione di abitanti
                                                                       inclusa l’aliquota servile, ancora di notevole rilevanza percen-
                                                                       tuale . Tale modesta entità agevola la comprensione non solo
                                                                           20
                                                                       della disomogenea diffusione longobarda ma, soprattutto,
                                                                       di alcune sue altrimenti inspiegabili anomalie, quali la pre-
                                                                       ferenza iniziale per le misere aree collinari e appenniniche
                                                                       da sempre evitate per la notoria povertà delle risorse. La con-
                                                                       quista del Sannio a opera di Zotone, compiuta intorno al 570
                                                                       – anno in cui Alboino veniva dichiarato re d’Italia con Pavia
                  ritorio, vivendo dei suoi prodotti. Questo territorio coincide-  per capitale – creò la premessa dell’insediamento del secon-
                  va generalmente con la suddivisione romana della civitas, il   do grosso nucleo longobardo che Autari, figlio del successore
                  cui centro era costituito da una cittadella fortificata. Forse le   di Alboino, coagulò intorno a Benevento. Rappresentò, dal
                  città servivano dapprima come stazioni di vettovagliamento,
                                                                       punto di vista storico, la più longeva delle loro aggregazioni,
                  gestite in modo più o meno regolare, a volte forse imponen-
                                                                       sopravvivendo lungamente alla caduta del regno settentriona-
                  do il pagamento di un terzo delle rendite agli agricoltori del   le provocata dai Franchi nel 774. In quegli stessi anni il ducato
                  distretto; ma dovette trattarsi di uno stato di transizione, che   beneventano toccò il suo apice.
                                                    18
                  preparò la via all’insediamento definitivo.
                  L’intera Penisola conquistata finì, perciò, spartita in una   2.3. Frammentazione territoriale longobarda
               costellazione di potentati, sostanzialmente coincidenti con i
               vecchi municipi romani. A tale destino scamparono soltanto   Sotto l’aspetto politico, lo Stato longobardo poteva defi-
               le città costiere, validamente difese sia dalla flotta bizanti-  nirsi una sorta di monarchia in cui il sovrano era primus inter
               na che dalle poderose fortificazioni di cui erano munite sul   pares almeno nella fase iniziale, protrattasi fino al 570. L'in-
               fronte a terra, assolutamente al di là delle capacità ossidio-  trinseca instabilità di un tale sistema si manifestò in tutte le
               nali longobarde, nonostante la preponderanza numerica
               dei Longobardi stessi. Tuttavia, per alcuni illustri storici va
               considerevolmente ridimensionata la consistenza degli inva-  19   G. GALASSO, L’altra Europa, Mondadori, Milano 1982, p. 22.
               sori, in particolare di quelli che si diressero verso la parte   20   Sull’argomento. E. CICCOTTI, Il tramonto della schiavitù nel mondo
               centro-meridionale della Penisola, i quali costituivano un   antico, Laterza, Bari 1977, vol. II e. E. M. STAERMAN, M. K. TROMFI-
                                                                       MOVA,  La schiavitù nell’Italia imperiale, Editori Riuniti, Roma 1975,
                                                                       pp.336-47.
               18   L. M. HARTMANN, L’Italia sotto i Longobardi, in Storia del Mondo Me-  Nella pagina a fianco: l’assassinio di Alboino, Charles Landseer, secon-
               dievale, vol. I, p. 783 Cambridge University Press, 1999.  da metà del XIX sec.



                                                                               parte seconda - il frazionamento del territorio      61
   60   61   62   63   64   65   66   67   68   69   70