Page 66 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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sue drammatiche conseguenze nel decennio successivo. In- Nel 636 i Longobardi elessero a loro sovrano Rotari
cessanti quanto violente dispute si susseguirono, infatti, sca- (606-662), duca di Brescia capo di indiscussa persona-
tenate dall’anarchia e dall’insaziabile ambizione dei duchi, lità e acuta intelligenza a cui si deve il celebre edit-
ai quali il benessere trovato in Italia consentiva un’ampia to promulgato il 23 novembre 643. Tra i suoi primi
irresponsabilità. La situazione ovviamente non durò all’in- provvedimenti vi è l’accentuazione della repressione
finito, esaurendosi contestualmente all’esaurirsi delle risor- dell’insubordinazione ducale e la promulgazione di
se saccheggiabili. Da quel momento, scartato il rientro nelle un editto, in lingua latina, che forniva la codificazione
regioni d’origine, fu giocoforza anche per i bellicosi longo- dell’ordinamento giuridico consuetudinario longobar-
bardi trovare un modus vivendi con gli sconfitti, in maniera do, tramandato fino ad allora semplicemente per via
da poter sopravvivere insieme sullo stesso territorio. Questo orale. Pur confermandosi, rispetto al sofisticato diritto
significò, innanzitutto, il ripristino di un minimo di legalità romano, un terribile regresso, esso rappresentava – con
e di ordine amministrativo, con la certezza della proprietà i suoi 390 capitoli e a onta delle sue numerose incon-
e dei confini. I ducati acquisirono così un assetto geogra- gruenze – il concreto tentativo di porre ordine nel nuo-
fico stabile, sebbene di disparatissime grandezza e densità vo Stato. Liutprando (690-774), si fece in seguito carico
demografica. Al vertice dello Stato fu collocato un re, libe- di ampliarlo ulteriormente, aggiungendovi altri 153
ramente scelto dall’assemblea dei membri dell’esercito ma capitoli ed emendandolo, per quanto possibile, delle
privo di capacità dinastica. Il suo potere non ebbe alcuna peggiori intolleranze. Iniziò così a trasparire l’influsso
restrizione, almeno formalmente, pur essendo il sovrano che la superiore civiltà romana esercitò sui suoi rozzi
affiancato nelle decisioni dal consiglio dell’assemblea. In dominatori, e che lasciava presumere una contestuale,
breve tempo la carica da elettiva si trasformò in ereditaria, progressiva, integrazione fra le due componenti sociali.
finendo per concentrare nella persona del sovrano, oltre a Grazie al ruolo fortemente propiziatorio giocato dalla
un’autorità ormai assoluta, ingentissime ricchezze. E per Chiesa, inoltre, gradatamente si intrecciarono fra le op-
meglio garantirsi contro qualsiasi insubordinazione, i re poste etnie numerosi legami di amicizia e di parentela
longobardi pretesero dai sudditi il giuramento di fedeltà, che mitigarono, e quindi annullarono, le dure condi-
mentre preclusero ai duchi ogni diritto di tipo ereditario, zioni degli sconfitti.
facendoli per giunta sorvegliare attentamente dai gastaldi, Contrariamente ai Goti, infatti, i Longobardi non
rappresentanti reali in ogni ducato. assunsero mai la benché minima parvenza di alleati,
anzi sin dalla loro calata
si comportarono a tutti gli
effetti da nemici vincitori,
obbligando i possidenti
scampati ai massacri e alla
schiavitù a ceder loro un
terzo di ogni risorsa, dalle
proprietà immobiliari, ai
servi e al bestiame. Pur
non raggiungendo nella
più consistente delle ipo-
tesi la percentuale com-
plessiva del 15% della
popolazione libera, la du-
rezza della loro domina-
zione fu tale da imprime-
re una netta discontinuità
con il passato. In breve,
sia la cultura che il diritto
acquisirono connotazioni
germaniche, innescando
62 il controllo del territorio

