Page 21 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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La dottrina tattica
Premessa storica
ll’indomani della spedizione dei Mille e della conseguente annessione del Regno
delle Due Sicilie al nuovo Regno d’Italia, diverse fasce della popolazione meri-
A dionale cominciarono ad esprimere il proprio malcontento verso il processo di
unificazione. La protesta fu generata per prima cosa da un improvviso peggioramento delle
condizioni economiche dei braccianti che, abituati ad un tenore di vita povero ma soppor-
tabile , si trovarono a dover fronteggiare un regime fiscale insostenibile e una regolamenta-
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zione del mercato agricolo svantaggiosa sotto ogni aspetto . Un altro determinante motivo
fu la privatizzazione delle terre demaniali a vantaggio dei vecchi e nuovi proprietari terrieri,
a scapito dei braccianti agricoli più umili che, con la sottrazione dei campi, si trovarono a
vivere in condizioni economiche ancora più disagiate e precarie rispetto al passato. A ciò si
aggiunse l’entrata in vigore della leva obbligatoria di massa che modificava completamente
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le modalità di reclutamento borboniche . In tale contesto si cominciarono a formare, oltre
alle bande di contadini e pastori che si davano al brigantaggio come estrema forma di pro-
testa, anche gruppi organizzati di ex soldati del disciolto esercito napoletano, rimasti fedeli
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alla dinastia borbonica .
Da ultimo, ma non per rilevanza, il fatto che l’annessione al Regno d’Italia venne conce-
pita come una minaccia alla fede cattolica e alle proprie tradizioni. La componente religiosa
ebbe un’importanza determinante nello sviluppo dei fenomeni di opposizione all’unifica-
zione. Il Risorgimento aveva assunto una forte connotazione anticattolica - in particolare
a causa della Questione romana - che pregiudicava il consenso di tutte le classi: vi fu ostile
soprattutto la popolazione rurale, intensamente ancorata al proprio sentimento religioso
ed indottrinata dal basso clero in base all’idea che i liberali, massoni e senza Dio, volessero
abbattere radicalmente la Santa Madre Chiesa. Inoltre, dal vicino Stato pontificio, dove si
erano rifugiati i reali borbonici, arrivarono aiuti e costanti incitamenti, per lo meno fino al
1867, alla lotta armata senza quartiere contro lo Stato usurpatore che aveva espropriato i
1 GiuStino Fortunato, Il mezzogiorno e lo stato italiano, vol. II, Bari, Laterza, 1911.
2 Ibidem.
3 Esisteva la coscrizione, introdotta durante la monarchia francese e riconfermata durante la restaura-
zione, ma la Sicilia ne era esentata, erano inoltre previste numerose esenzioni e la facoltà per il precet-
tato di farsi sostituire pagando un somma da versare al surrogante, quindi in pratica, dato anche l’alto
numero di volontari, la leva era molto limitata con funzione di sola integrazione dell’esercito perma-
nente. Cfr. luiGi tuccari, Il Brigantaggio nelle province meridionali dopo l’unità d’Italia (1861-1870),
Lecce, Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, 1982, p. 182.
4 Mario iaquinta, Mezzogiorno, emigrazione di massa e sottosviluppo, Luigi Pellegrini Editore,
2002, pp. 60-61.