Page 586 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           bande partigiane. L’azione italiana nel secondo periodo di occupazione tentò vanamente di
           risol vere il problema dell’ordine pubblico più con la persuasione che con la forza. A par-
           tire dall’estate del 1943 il comando dell’11  Armata delegò quasi completa mente ai tede-
                                              a
           schi l’onere delle operazioni di controguerriglia. Diversamente da altri teatri d’operazione
           balcanici, in Grecia il potere politico, costituito dal Ministro plenipotenziario, e quello
           militare operarono in comune accordo, in piena sintonia d’intenti, e non si verificarono
           attriti sulla linea politica da seguire nei confronti dell’insurrezione . Mentre in Jugoslavia
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           si era riusciti a dividere il fronte insurrezionale, attraendo dalla parte dell’Asse una parte
           delle formazioni ribelli istigate all’odio con il comunismo, in Grecia questa operazione
           non riuscì a causa dell’ostilità generalizzata contro gli occupanti e del fiero patriottismo del
           popolo ellenico. Le proposte di costituzione di bande nazionaliste capeggiate da ufficiali
           dell’esercito legati alla monarchia da contrapporre all’ELAS non ebbero pratica realizzazio-
           ne, nonostante che i primi scontri tra bande di diversa estrazione politica si verificassero già
           nel marzo 1943 . Nel luglio 1943, il Primo ministro Rallis aveva in progetto, col consenso
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           italiano e tedesco, l’istituzione di forze armate regolari da impiegare specialmente contro
           il comunismo . Tali intendimenti, però, avevano ridotte possibilità di realizzazione per il
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           496 Scrive Geloso nel volume di memorie Con la 11ª Armata nella guerra contro la Grecia: “Siamo stati
              fianco a fianco per due anni ad Atene, dove stabilii il comando il 1° luglio 1941, ed abbiamo lavorato
              in perfetta e cordiale comunità d’intenti arrivando in ogni caso a superare facilmente le eventuali di-
              vergenze di vedute così da collegarsi sempre più strettamente per sostenere e tutelare gli interessi della
              Patria particolarmente di fronte all’alleato”. Il governo greco, di pura amministrazione, era comple-
              tamente in mano tedesca e seguiva diligentemente le direttive germaniche senza curarsi molto delle
              esigenze italiane. Chigi e Geloso si opposero al progetto di annessione al regno d’Albania dell’Epi-
              ro e della regione della Ciamuria; in quest’ultima fu nominato un Commissario civile nella persona
              dell’albanese Gemil Dino, che però non vi si stanziò mai.
           497 Foglio n. 1934-1/I in data 12 marzo 1943, Rapporto settimanale informazioni: 1-7 marzo 1943, co-
              mando divisione fanteria “Pinerolo” – Ufficio del capo di stato maggiore. Scrisse a riguardo il coman-
              do III Corpo d’Armata: “In alcuni casi le popolazioni stanche dei soprusi e spaventate dalle nostre
              normalizzazioni reagirebbero anche volentieri alle azioni dei ribelli se potessero organizzarsi e armarsi.
              Forse è anche vero che molti ex ufficiali effettivi, di provati sentimenti nazionali, avrebbero capacità
              e prestigio per inquadrare elementi nazionalisti ellenici da contrapporre alle bande comuniste. Alcu-
              ni esponenti di detti ufficiali di Trikkala, Karditza e Larissa hanno anche verbalmente prospettato al
              comando della “Pinerolo” tale necessità di procedere a qualche organizzazione del genere” (foglio n.
              01/1295, Promemoria del prefetto di Trikkala, comando III Corpo d’Armata – stato maggiore).
           498 La prima fase del progetto prevedeva la costituzione di due battaglioni greci regolari destinati all’im-
              piego per esigenze di ordine pubblico armati con mille fucili di preda bellica (telegramma n. 152734
              in data 3 luglio 1943 da S.M.R.E. – ufficio servizi II). Il S.I.M. commentò che “si può discutere se
              convenga, in questo delicato momento, armare altri cittadini greci, ma comunque è necessario che
              tali forze siano controllate molto da vicino ad evitare sorprese” (foglio n. 59/15 in data 6 luglio 1943,
              Scioperi e dimostrazioni in Grecia. Cause ed effetti, comando supremo). A fine luglio il Comando Su-
              premo propose di soprassedere alla costituzione di battaglioni di polizia greci, cui avrebbe dovuto
              provvedere l’11ª Armata (foglio n. 23616/op. in data 29 luglio 1943, Progettata costituzione di btg.
              di polizia greci, Comando Supremo – I Reparto). In totale era prevista la costituzione di 4 battaglio-
              ni della forza ciascuno di 562 uomini con 18 armi automatiche (foglio n. 1173/op. in data 16 luglio
              1943, Battaglioni greci, comando gruppo armate est).
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