Page 585 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 2. L’occupAzione itALiAnA deLLA GreciA (1941-1943)  585

              se sono vere anche solo parzialmente le dichiarazioni della propaganda nemica . Questa
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              ed altre relazioni allarmarono il Comando Supremo che in agosto chiese spiegazioni al gen.
              Vecchiarelli della descritta critica situazione morale delle truppe alle proprie dipendenze:
              “Secondo notizie pervenute a questo Comando Supremo il recente cambiamento di gover-
              no avrebbe prodotto, fra le truppe di codesta armata uno stato d’animo preoccupante. Si
              noterebbero: generale stanchezza ed insoddisfazione; manifestazioni di affratellamento con
              la popolazione greca; atteggiamento d’opposizione alla guerra in genere. Segnalo quanto
              sopra perché, se realmente sussiste tale stato d’animo, tutti siano richiamati energicamente
              all’adempimento del loro dovere nel difficile momento che la Patria attraversa” .
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                 L’occupazione italiana della Grecia può essere suddivisa in due distinti periodi - dal
              maggio 1941 all’aprile 1943 e dal maggio al settembre 1943 - caratterizzati da diversi me-
              todi di approccio con il movimento insurrezionale. Il primo periodo vide il comandante
              italiano operare in modo molto energico nel tentativo di stron care sul nascere l’attività par-
              tigiana, non esitando a ricorrere a duri sistemi di repressione diretti anche contro la popo-
              lazione che forniva appoggio ai ribelli . Le operazioni di controguerriglia furono condotte
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              con determinazione, anche se con risultati non molto soddisfacenti, in modo autonomo
              e con regolamenti tattici studiati dal Comando Superiore delle FF.AA. Grecia. Le bande
              degli insorti, av vezze alle tecniche di guerriglia, sfruttavano la loro superiore conoscenza dei
              luoghi e mobilità in terreni rotti e aspri di montagna per sfuggire ai rastrellamenti italiani
              disperdendosi in piccoli gruppi. La principale minaccia portata dai guer riglieri furono gli
              atti di sabotaggio contro le linee ferroviarie che, diretti dagli agenti del servizio informa-
              zioni inglesi in collegamento coi partigiani, finirono per mettere in ginocchio il sistema dei
              rifornimenti dell’Asse . Dilagata la rivol ta nel 1943, le truppe italiane risultarono numeri-
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              camente insufficienti a garan tire al contempo la vigilanza costiera, il controllo dei principali
              centri abitati, la difesa statica di obiettivi sensibili e il contrasto con colonne mobili delle



              492 Foglio n. 1456/op. in data 25 luglio 1943, Raccolta delle nostre forze, riflessi morali, varianti nei limiti
                 di giurisdizione, comando gruppo armate est. Il 1° agosto il Comando Supremo intese muovere un
                 appunto al gen. Rosi per il suo atteggiamento sempre più antagonista ai tedeschi, ricordandogli che:
                 “Ad evitare qualsiasi deviazione et per direttiva di ognuno sia tenuto ben presente che l’Italia seguita
                 la guerra in comunione con i suoi alleati” (telegramma n. 23666/op. in data 1° agosto 1943 del Co-
                 mando Supremo).
              493 Foglio n. 23947/op. in data 19 agosto 1943, Stato d’animo truppe italiane in Grecia, Comando Supre-
                 mo – I Reparto.
              494 Nel gennaio 1943 il S.I.M. rilevava che “le autorità militari vanno cambiando metodo; abbandonato
                 il tono idilliaco, si va usando la maniera forte: è augurabile non si ecceda nel senso opposto. Ritenere
                 che gli animi si possano conquistare con la forza brutale, metodo questo impiegato dai tedeschi con
                 vero sadismo ma con risultati negativi, è errore ed illusione, soprattutto quando si tratta di una nazio-
                 ne di antica civiltà come la greca. Il male va preso alle radici e la forza va usata con criteri di giustizia
                 e con discernimento, bisogna colpire quando e dove è necessario ma non elevare a sistema la repres-
                 sione disordinata e il cieco terrorismo”.
              495 Nell’agosto 1943 le scorte di munizionamento d’artiglieria e di fanteria dell’11ª Armata assommava-
                 no solamente a 4 unfoc. Migliore era la situazione delle riserve di carburante (60 uncel) e di derrate
                 alimentari (60 giorni).
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