Page 113 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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102 Al.llERl'O COVA
circa un miliardo di dollari) ma soprattuno gli scambi fra i paesi dell'organiz-
zazione già nell952-1953 avevano superato del 32% queUi del1938.
Si può anche convenire con quanti hanno sostenuto che, a stretro rigore
e rispeno alle aspeu.ative degli americani, gli esiti del processo di imegràzione
messo in moto dall'OECE furono complessivamente deludenti.
È stato scritto che ai primi del 1950, l'idea degli americani di avere
un'Europa con un esercito, un merc-Jto unificato e persino un'unica moneta
non aveva riscosso negli europei grandissimi entusiasmi e soprattutto signifi-
cative risposte (84)_
Non restava che l'idea di Hoffman che si doveva "!et the europeans
d1emselves develop the inst.ìtutions n.ecessary to handle the problems of ime·
gration" tS5l si realizzasse come in effeui sembra di poter dire, se si conviene
con ciò che Bossuat ha scritto, e cioè d1e fu proprio in considerazione della
situazione di stalla sostanziale del processo di integrazione a suggerire la
ricerc-& eU altre soluzioni che porteranno subito alla svolta decisiva del Piano
Schuman C86>.
Gli sviluppi del processo di integra.zione europea sino ai Tr;mati di Roma,
possono essere leni allora come la rìsposta di alcuni paesi alla impossibilità di
progredire ulteriormente tutti insieme sulla via della unità, per l'inconciliabile
diversltà degli interessi degli stati appartenenti all'organiz'laZione.
Ma tuno questo, non solo non sminuisce il significato di quella esperien-
za ma, al contrario, ne sottolinea la valenza, per cosi dire propedeutica,
rispetto ai successivi e più radicali sviluppi sulla via della integrazione econo-
mica fra gli stati.
NOTI!
{l) A. Cova, lP vfe all'tmificaziomt del men:ato o i pitmi economici, in l'altra via per
I'E.urclfJll. Forw socinli e mganfZZIJZfo11a t/egli illleressi 1Wil'intcgrazio110 etii'DfXIa (1947·1957), a
curo di A. Clamp~nl. Milano, 1995. p. 288. Sulla comune condizione dell'Europa nel 1945 ~nche
dal punto di visl:t degli SC~mbi intemozlormli cfr. A .S. Mihwtd, '/be roccmstmcllon of western
l!uropc. 1915·1951, l.ondnt, 1981, p. 212-231.
{2) OECE, Dfx a11s tle coopémtlon. Rilallsatlons et perspcailles, Parigi, 195ll. p. 21.
(3) D. W. lmwood, L'l:"uropa rlcostmlta. Politica ed f!COIIomla tra Stati Uniti ed Europa occl·
tleruale. 1945·1955. BoloS~rw, 199'1, p. 117.
(1) OECE, Dixansdecoopérationcll, p. 22.
(5) C.!'. Kindlcbcrgcr, l:'uropean economie lntegratlon, in Mo11ey, trar/e and economie
growtb, N<..-w York, 1955, p. 60.
(Il) Sulla base. oblcnlvamente robusro, di un prestito degli Slatl Uniti di 3,75 m!llatdl di dol-
hui integr:ttO <.1;1 un ~ltro dd Canad> di 1,25 milinrdi di dollari, il 15 luglio 1947 la COI)venibiliul
della moneta Inglese em SUtL1 ripriStinata ma il velocissimo L-saurimento delle riserve, dctcrmina-
to dotto gran rtt:lSS3 dl otcrline p<esc!lll!lte al c:unhio, aveva cQS~rctto il governo di Londra o rive-
dere llJpldamemc le prof)rlc. declstonl c • tornare alli 6lcrlina lnronvcrtiblle. Su qu~o punto
'
cfr. OECt:, Oix ans de coophulion dt., p. 85 e anche G. Uossuat, L Ewopv occldèlllale d 11wtm:

