Page 109 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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delle monete; nella realizzazione del pieno impiego delle forze di lavo ro
nazionali e nella facilitazione della mobilità delle persone per consentire
l'occupazione dei lavoratori disponibili in altri paesi della organizzazione.
L'atto eli nascita del nuovo organismo inclicava l'impegno a sostenere la
crescita degli scambi reciproci dl beni e servizi e, per questo, a pervenire, il
piil presto possibile. ad un sislema di pagamenti multilaterali, a cooperare per
ridurre o attenuare le restrizioni degli scambi e de.i pagamenti reciproci; a
promuovere srudi per la realizzazione di unioni doganali o zone di libero
scambio; a ·ridurre i dazi doganali e a rimuovere ogni altro ostacolo alla
espansione dei commerci fra gli stati (67).
Era chia.ro, inf.mi, il nesso tra libenà commerciale, sviluppo della concor-
renza, crescita della produttivi.!<) e sviluppo economico, dove l'obiettivo sul
quale si insisteva moko, di awnema.re le esportazioni, era visto la condizione
che permer;w..-a di incrementare le importazioni e dunque di avere più risorse
disponibili per garnntire un elevato livello delle anMià economiclle (68).
Gli ideatori del Piano Marshall •wanted to replace the old europeao
system of separate sovereigntis and redistributive politics with a unifìed and
productive order simil:ar to one that have evolved in tbe United States under
lhe Conslihltion of 1787 and rhe corporative neo-capi.talism of the cwentieth
cenrury" <69>.
Come osserva Ellwood, "la rivolta contro il naz.ionallsmo e a favore di
una collabora.zione intemazion ale istituzionaltz:zata come chiave della pace,
era slraordirutriamente unifonne in tutto lo spertro politico e ira tuHe le
nazioni" OO>.
Tuttavia il prof. Milward ha negato che il Piano Marshall "abbia prodotto
immediatameme una forte e costante spinta verso la cooperazione reciproca
tr".L i paesi dell'Europa occidentale" e che ERP, Comitato per la Cooperazione
economica europea e OECE ~;iano stati "gli amesignani spirituali del Piano
Schuman, del Trauaro di Roma e della Comunità economica europea" (il),
Per contro stueliosi e comemporanei si sono espressi in modo eliverso:
basterà citarne alcuni. Dal lato degli esperti di politica estera, Basilio Cialde-d
su "Relazioni internazionali" scrisse: *per la prima volla nella storia eli questo
continente nel giro di elieci mesi è scrur una concreta speranza eli unificazio-
ne europea non imposta dalla forza eli uno stato egemone ma concordata
democraticamente e pacificamente su un piano di solidinl e dJ pennanenza
quale soltamo l'interelipeodenza economica può realmente costruire" C7 >.
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Dal lato degli economisti, Kindleberger (che partecipò direttamente a
quella significativa e importante esperienza) sottolineò il fatto che il Piano
M:ushaU era qualcosa eli più di un semplice programma di ripresa produui-
va. Egli ricordava come gli americani, convinti che un elemento di grande
dc:bolezza fosse il modesto gr.~do di integrazione fra gli stati europei e che

