Page 106 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
P. 106

IL PIANO MAltSHALL  1!.  l~ SUO  IMPATTO  ITAUANO    95

           Per i due studiosi  Il Piano ebbe effetti duraturi sulle economie del pn~i
        dell'OECE. Incidendo in una  misura che però •would no1 be c:nptured hy our
        econometrie technlques• <so>.
           11  fano ~ che i caplrall dei ·gran.rs·, dei •toans" e del Fondo lire invesriti
        nei settori produuivl  non  furono  imporrnnti tanto o  soltanto per la  loro
        entità,  più o  meno  rilevante,  o  perché  contribuirono al  miglioramento
        dell'efficienza dell'apparato  produttivo e  alla elevazione  della  qualità delle
        produzioni, ma per la loro funzione di fattore dJ  modemlzz.:tzione del siste-
        ma nel suo complesso.
           ·Senza forzare troppo la realtll, si può dire che gli acquisti di impianti e di
        macchinari negli S1all Uniti siano sral..i  Il  veicolo attraverso H quale gli itali:mi
        hanno •appreso• nuove tecnologie preduttive llY.l  anche nuovi modelli orga-
        niz:zativi in senori diversi della produzione industriale <St>.
           Tutto questo non era  casuale. Infatti fm  gli obleulvl espliciti  deii'ERP  vi
        era  il sostegno alla Innovazione come mezzo per la elevnzione della produnì-
        vlal.  Come  scrive lmnnuel Wexler,  panendo  dnl  convincimento  che  Il  basso
        livello di  produttivit:l o  la sun  troppo lenta  cresclra  costirulssero,  per l  paesi
        europei,  il  principale ostacolo  ;lll'lncremento  della  produzione. gli  \tOmlni
        deJI'ECA (che, non si dimentichi. eruno In molra pane grondi imprenditori) <Sl>
        :dia sua  rimozione  "would devote consideroble auentlon  and ene(Sy" C5)).  E
        LULIO ciò si cercò di realittare attroverso Il "Productivity and technlcal ass!man-
        ce program•.
           L'lralia In particolare, con l'Austria e la  Germania occidentale, era classilì-
        cata  fra  l paesi  nel quali la  produzione per  uomo-anno rlspeuo al  1938, ero
        •considerably lower", ossia all'ultimo  posto. Economie più virtuose erano, da
        questO punto di vista,  la  Fronda, l'Irlanda, la SveTja, la Svizzera,  la Turchia e
        Il Regno Unito:  Belgio,  Danimarca,  Grecia  e  Norvegia si  collocavano  nd  un
        livello solo di poco superiore mentre la produUJvit:l dei Paesi Bassi era "rnther
        lower" (}fl.
            Nel aso Italiano l'inlzlat!V:I degli americani IncontrO molti ostacoli. In un
        rappono  della  flne di germalo del  1951  Inviato aii'ECA  a Washington.  con
        specifico  riferimento •to  ECA's  effons In  traly", John  Qulnn,  incaric:uo  di
        seguire  l'attuazione del  programma  nel  nostro  paese, scriveva:  ·we have
        spent hundred of mllllons or dollars  ...  but do nor seem to !uve changed iu
        social structure  to  un  extent  whlch should  oow  perrnit  us  to  auack  nnd
        increase Industriai producl..ivity incisively and dlrectJy• <SSl.
           Il fauo ~ che la banaglla  per l'incremento della produttlvllll, secondo gli
        americani,  comportava  anche  il coinvolgimento dei  lavoratori attraverso  i
        sln<.bcnl.
            A loro modo di Intendere  la  questione  lnfmti, "bisognavu  poter garnmlre
        l'equa  disuibuzione  tra imprendilori,  lllvor.uori e consumatori della maggiore
   101   102   103   104   105   106   107   108   109   110   111