Page 104 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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IL PWIO MARSHAIJ. E  IL SUO  IMJ'ATI'O ITAUA.'IO     93

         investimenti produttivi. Oscar Sinigaglia, più in panicolare, propendeva per un
         allargamento della siderurgia  a  ciclo  integrale sul  fondamento di  una ipotesi
         fatta  propria dagli americani, secondo la  quale la  produzione irnliana  doveva
         atteSiai'Sl attorno ai 2,5-3 milioni di tonnellate di acciaio <.m, Altri, come Glauco
         della Port"a,  InsiSteva per privilegiare il Mezzogiorno nella convinzione, condi-
         visa  da molli economisti che •per eliminare lo squilibrio  tta zona depressa e
         zona progredita è  necessario un intervento esterno, cioè una  massiccia  spesa
         pubblica" <36).
            l n realtà rispetto alla ipotesi di una politica degli Investimenti molto spinta
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         vi erano molti che temevano che si determlnaSI)e una ripresa de11 inflazione. Lo
         scrisse  a chiare lettere Ferdinando Di Fenizio commentando dalle  pagine de
         "l'Industria" U citato Country Study. Egli negava che, lavoro a  parte, esistesse
         in Italia  una rilevante quota di fauorl  della produzione inutilizzati. Sicché  un
         incremento della doma.nda avrebbe provocato un rialzo dei  prezzi, vanìflc:an-
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         do i risultati della loua all'Inflazione da  poco conclusa <3 >. E un altro Illustre
         economista, Giovanni Demaria, nel Convegno di Siena, aveva sostenuto che
         i previsti fondi di contropartira sarebbero stati di una enti!à "talmente limitara
         ai fmi di accrescere il livello produttivo già raggiunto, da sollevare seri dubbi
         se convenga  utiliz.z.arli  per una  diretta  politica  produu.ivislica•  (38)_  Meglio
         destinarli,  perciò, ad altri scopi ugualmente import"anti  come  la  sistemazione
         dei comi pubblici. Per l'economista deii'Universi!à  Bocconi, "la moneta nazio-
         nale ottenuta dalla  vendita dell.e  imponazioni ERP  dovrebbe essere depositata
         a credito dell'ammlnist:razione ERP  in un conto apposito dell'Istituto di emissio-
         ne e  poi dovrebbe essere utlliz7..ato per alleviare la situazione di Tesoreria" (~9>.
            Da pane sua,  un  politico della  rilevanza  di  Giuseppe  Pella,  autorevol-
         mente ispirato da Einaudi, C~Ol convinto che "le esigenze della politica produt-
         tivi.stica  non deve poter ritardare la marcia verso il pareggio" proprio per dare
         robustezza e  continuità al processo di sviluppo, propendeva per un impiego
         dei capitali  del Fondo lire nella direzione del  risanamemo dei conti pubblici.
         A suo  parere,  infatti,  "fin  quando esiste  un disavanzo del  bilancio, occorre,
         anraverso il rìspannio, andare a prendere quei miliardi che, se non d  fosse il
         disavanzo,  andrebbero invece a  vantaggio  dell'inizialiva  produttivisUca,  cioè
         tuuo quello che si preleva per coprire il deflcit di bilancio viene naturalmente
         sottrano all'Investimento produttivo• (41l,
            Una  posizione sostanzialmente analoga a  questa  fu  espressa da  Angelo
         Costa.  Il  presidente della Confindustria,  piunosto piccaro per la scarsa. consi-
         derazione che gli americani mosrravano nel riguardi degli  imprenditori  Italia·
         ni, cm riteneva che vi  fosse  un'intima  contraddizione nella  posizione molto
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         rigida deii'ECA <3) tm la non disponibìli!à ad accetta.re proposte di destinare il
         Fondo lire alla copenura dei deficit di bilancio e la  contemporanea volontà di
         moltiplicare gli investimenti.
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